cct certificati di credito del tesoro

I certificati di credito del tesoro fanno parte dei titoli di stato e sono sostanzialmente delle obbligazioni a tasso variabile, con durata fissa a 7 anni e cedola semestrale indicizzata  (quindi variabile).

Questa soluzione è storicamente apprezzata dai risparmiatori che la scelgono per la sua caratteristica di adeguare la cedola ai tassi di mercato; in questo modo, un’eventuale negoziazione prima della scadenza, consentirà di ottenere un valore estremamente simile a quello che era stato inizialmente investito. I CCT, quindi, pagano interessi ogni 6 mesi e questi variano in base ad un parametro di indicizzazione rappresentato dal rendimento dei BOT semestrali.

Come accade nel caso dei buoni del tesoro poliennali, anche i certificati di credito del tesoro sono battuti all’asta; i tagli di piccolo importo (da 1.000 euro e multipli) sono trattati nel mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di stato (il MOT), mentre i tagli superiori ai 2.5 milioni di euro vengono trattati sul mercato telematico dei titoli di stato (MTS).

Il collocamento dei certificati di credito del tesoro avviene attraverso un’asta marginale nella quale è prevista la determinazione discrezionale del prezzo e della quantità di titoli emessa. Vengono escluse le domande speculative.

Per acquistare un CCT in asta, è necessario effettuare la prenotazione il giorno prima dell’asta stessa, attraverso un intermediario autorizzato. I privati cittadini, infatti non possono direttamente partecipare ad un’asta di vendita relativa ai Titoli del Tesoro, qualsiasi sia la loro tipologia.

Sono titoli dematerializzati e quindi gli importi dei certificati di credito del tesoro sono dati da iscrizioni contabili.

Le aste dei CCT si tengono ogni mese e, generalmente, sono rappresentate da riaperture dell’emissione dello stesso titolo in tranche successive.

Le aste per le emissioni di nuovi titoli si tengono, invece, con cadenza annuale. Per sapere quando si verificano le aste, basta consultare il calendario annuale sul sito web www.dt.tesoro.it. E’ possibile anche consultare il sito internet di borsa italiana che, in tempo reale, consente di verificare la quotazione ccd già in circolazione, il loro rendimento e altre informazioni utili per valutare un eventuale investimento.

Gli interessi dei CCT vengono liquidati con cedole semestrali posticipate e indicizzate al rendimento dei Buoni Ordinari del Tesoro; sul rendimento, incide anche lo scarto d’emissione, ovvero la differenza che esiste tra il valore nominale del titolo ed il prezzo pagato.

Per avere un calcolo più preciso degli interessi che si possono ottenere con i certificati di credito del tesoro, è necessario tenere conto del rendimento lordo dei bot, sommando lo spread (0,015%) e sottraendo le tassazioni alle quali sono soggetti i titoli di stato (12,5%).

Come funziona il rendimento e quali sono i rischi legati a questo strumento?

Entrando nel dettaglio, per calcolare il rendimento ccd o il valore di un certificato di credito del tesoro e valutarne l’eventuale profitto, devi considerare il rendimento che il BOT  ha avuto durante l’asta precedente, al momento del rinnovo della singola cedola. Ovviamente, questo fattore non è l’unico da considerare; a questo, infatti, devi aggiungere un differenziale fisso di spread. Il valore che ottieni da tale operazione va arrotondato per difetto e deve essere, successivamente, diviso per due (perché le cedole sono semestrali).

E’ sempre bene sapere come viene calcolato il valore dei CCT per valutarne o meno la convenienza. Sembra complesso, e forse un po’ all’inizio lo è, ma da qui puoi scaricare un foglio di calcolo excel che ti permettere di effettuare questi calcoli in maniera automatica. Essendo i CCT delle obbligazioni a tasso variabile ovviamente non potrai sapere in anticipo quale sarà il reale rendimento, ma dovrai inserire un valore di interessi che stimi come realistico per ottenere l’interesse netto annuo, i flussi finanziari e l’importo delle ritenute fiscali.

Ricorda che il valore di ogni cedola viene definita, come già anticipato, sulla base del rendimento semestrale lordo che è registrato nell’ultima asta di BOT 6 mesi che precede l’inizio del periodo di godimento del titolo. Al rendimento così ottenuto, viene sommata una maggiorazione prefissata pari a 15 punti base (+0,015%).

Quando conviene investire in CCT?

Prima di decidere di investire i tuoi risparmi con questa soluzione finanziaria, è lecito porsi alcune domande: conviene davvero investire in questo titolo di stato? Quali sono i vantaggi e gli eventuali svantaggi nella scelta dei certificati di credito del tesoro?

Si può affermare che i certificati di credito del tesoro siano strumenti finanziari utili quando si tratta di dover depositare denaro per ottenere un buon rendimento; questo si traduce in una cifra accettabile, una buona liquidità potenziale e un basso rischio. Il valore, infatti, resta abbastanza stabile anche in caso di mercati turbolenti e il rischio è, quindi, relativamente basso.

Va sempre tenuto in considerazione il fatto che lo Stato italiano ne garantisce la solvibilità e questo è certamente un grande vantaggio per il risparmiatore. Inoltre, anche in caso di rimborso anticipato, non si andrà incontro a grosse perdite.

In vista di un eventuale rialzo dei titoli di stato, i certificati di credito del tesoro risultano convenienti perché bisogna ricordare che il loro rendimento dipende dalle cedole collegate al rendimento dei BoT. Questo, però, può rivelarsi anche uno svantaggio a causa dell’esposizione al rischio monetario. Infatti, anche se le cedole emesse sono collegate al rendimento dei Bot, può accadere che il rendimento finale non riesca a superare il tasso di inflazione.

I consigli smart

Possiamo così riassumere i vantaggi dell’investire in certificati di credito del tesoro:

  1. Basso rischio (sono garantiti dallo Stato Italiano);
  2. Buona tendenza alla liquidità;
  3. Perdite limitate e contenute anche in caso di rimborso anticipato.

L’unico svantaggio, come ribadito in precedenza, è quello di essere connessi al rischio monetario; in genere, se intendi comprare questo titolo di stato, dovrai sempre valutare i rendimenti netti del titolo.

Inoltre, devi tenere conto della scadenza: se 7 anni potrebbero essere troppo lunghi per te, scegli un’altra forma di investimento che ti consenta di depositare e conservare la tua liquidità per un periodo di tempo inferiore. In questo modo, potrai rispettare senza problemi la scadenza naturale del titolo, evitando di chiedere il rimborso anticipato e perdere, così, i vantaggi del deposito.

Concludendo. I CCT sono lo strumento ideale per chi vorrebbe sottoscrivere per diversi anni i BOT (che però hanno una durata massima annuale), in quanto seguono l’andamento dei BOT stessi, li migliorano di 15 centesimi di punto percentuale e fanno risparmiare sui costi di rinnovo (che qui sono nulli).

E’ indicato investire in CCT quando si stima un rialzo dei tassi di interesse del mercato, perché essendo titoli a tasso variabile in questo modo si coglie a pieno l’aumento. Viceversa, se si prevede una diminuzione dei tassi di interesse, converrà investire in obbligazioni a tasso fisso, come ad esempio i BTP.

Infine, pochi sanno che i CCT sono una garanzia ideale da dare alle banche per richiedere un prestito, in quanto quasi completamente priva da rischi.


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Laura Magistrale in Marketing e Comunicazione d’Impresa (2004) conseguita a pieni voti presso l’Università degli Studi di Torino e Master di II livello presso la Facoltà di Economia di Torino (2006). Scopri di più su Anna e la redazione qui

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