investire in materie prime

Le materie prime, oltre che ai loro innumerevoli e necessari usi industriali, sono interessanti anche per l’investitore e lo speculatore, dato che ormai un enorme numero di strumenti finanziari utilizza come sottostante sia le materie prime energetiche che quelle invece non energetiche.

Petrolio e gas naturale, ma anche rame, nickel, ottone e alluminio: il mondo degli investimenti sulle materie prime è uno dei più vivi e dei più interessanti.

Muoversi al suo interno però non è sempre facile, dato che ad agitare i prezzi delle materie prime contribuiscono fattori che spesso esulano dal puro calcolo finanziario.

Vediamo assieme come entrare in questo mercato e riuscire a monetizzare degli investimenti sulle materie prime.

La domanda e l’offerta negli investimenti su materie prime

Trattandosi di sottostanti che hanno un impiego anche industriale o comunque di consumo, le materie prime seguono logiche che esulano da quelle più strettamente finanziarie.

A contribuire in prima istanza alla formazione del prezzo per le materie prime troviamo tanto la domanda quanto l’offerta.

La domanda dipende in larghissima parte dal livello dei consumi dell’industria in relazione alla materia prima che ci interessa.

Tendenzialmente quando l’economia (su scala mondiale) corre, tendono a salire anche i prezzi delle materie prime di più largo utilizzo.

Quando invece si assiste a fasi di rallentamento dell’economia, il prezzo della materia prima potrebbe e dovrebbe scendere.

Non è solo la domanda però ad agitare i prezzi che sono relativi ad una determinata materia prima.

L’offerta è altrettanto importante e moltissime delle commodity energetiche, per citare quelle dall’andamento più complesso, vedono il loro prezzo anche legato allo stato della tecnologia estrattiva, alla situazione dei giacimenti e delle miniere, etc.

Quindi per determinare il prezzo delle commodities non basta soltanto seguire quelli che sono i movimenti speculativi dunque, ma bisogna occuparsi anche di quello che è l’utilizzo reale della materia prima in questione.

La prima domanda da farsi: chi usa la materia prima che mi interessa?

La prima domanda da farsi diventa dunque: “quale settore impiega la materia prima che mi interessa?”.

Il grosso delle materie prime viene infatti impiegato da diverse industrie, che possono trovarsi in un buono stato di salute (gli ordini arrivano e si consuma molta materia prima) o in un pessimo stato di salute.

Qualunque fosse dunque la materia prima che avremmo potuto scegliere per il nostro investimento, è di fondamentale importanza andare a individuare quali sono i potenziali utilizzi della commodity, chi la usa, se ci sono delle problematiche cicliche nell’approvvigionamento, quale parte del prezzo viene determinata dai mercati rispetto a quelli che sono invece gli utilizzi reali della materia prima.

Quali sono le materie prime sulle quali si può investire?

Ci sono in realtà sul mercato moltissime materie prime sulle quali è possibile investire. Tra quelle che si scelgono più di frequente per il proprio portafoglio di investimenti troviamo:

  • petrolio
  • alluminio
  • rame
  • nickel
  • ottone

Vengono quotate su diverse borse mondiali, a seconda della commodity di riferimento e hanno comportamenti che non necessariamente “si assomigliano”, nel senso che potremmo avere trend rialzisti per il petrolio registrando però allo stesso tempo trend ribassisti per il nickel, potremmo trovarci a registrare un rame al rialzo con l’ottone invece al ribasso.

Si tratta dunque di un mercato che va trattato nel modo più assoluto in soluzione singola, senza raggruppare insieme le diverse commodities.

Materie Prime energetiche

Le commodities energetiche sono quelle materie prime che hanno come utilizzo principale (o unico) la combustione a fini energetici.

Ne esistono di diverse (sì, non c’è soltanto il petrolio) e andremo ad individuare quelle che sono le caratteristiche principali commodity per commodity.

Crude oil

Se ne vendono due tipologie: il Light Sweet Crude Oil, che è in genere scambiato al NYMEX (New York) e il Brent che invece viene scambiato a Londra.

È la commodity energetica per eccellenza e viene utilizzata per raffinare benzine, gasolio, carburanti aerei e altri prodotti petrolchimici.

I prezzi del crude oil non sono relativi però ai livelli di consumo, relativamente stabili sul breve e medio periodo, ma piuttosto direttamente affetti dalle decisioni dell’OPEC, l’organizzazione alla quale prendono parte paesi tra i maggiori esportatori di greggio e che possono fare davvero il bello e il cattivo tempo sul prezzo del greggio.

Al contrario di quello che si potrebbe pensare, soprattutto se non si è mai trattato questo tipo di investimenti, il prezzo del greggio è parecchio volatile e sicuramente non è un investimento per chi ha una bassa propensione al rischio.

Gas Naturale

Un mercato estremamente volatile quello del gas, che è soggetto sia alla stagionalità (stockare il gas naturale è più costoso e difficile rispetto al petrolio), sia in relazione alle temperature medie, dato che molto del gas naturale viene utilizzato per il riscaldamento degli immobili di tipo abitativo.

I prezzi tendono dunque ad essere più alti durante le stagioni fredde, e poi a scendere invece durante l’estate.

Ad ogni modo, così come per il petrolio crude, non è soltanto alla stagionalità del gas naturale che dobbiamo guardare prima di investire.

Il gas naturale è al centro di complesse vicende geopolitiche che ne possono influenzare il prezzo più di quanto possono poi fare le forze della domanda e dell’offerta.

Le materie prime non energetiche

Per quanto riguarda invece le commodity non energetiche, siamo davanti a materie che vengono utilizzate da industrie di diverso tipo e che sono, almeno a grandi linee, meno collegate a decisioni di carattere politico.

Trattandosi inoltre di beni fungibili, nel senso che l’uno vale l’altro a prescindere dal luogo dell’estrazione. Per quanto riguarda le quotazioni più importanti:

  • le quotazioni rame: dipendono dallo stato dell’industria estrattiva e dalla domanda da parte delle industrie che ne fanno l’uso maggiore (il rame è utilizzato praticamente da qualunque tipo di industria produttiva e il suo tasso di utilizzo è direttamente collegato con l’andamento dell’economia su base mondiale, in particolare ai consumi). Il prezzo del ramo è in caduta libera dal 2010, con qualche colpo di coda intermedio che però non è riuscito ad impedire l’attestarsi del prezzo su valori che sono circa il 50–60% di quelli che si avevano qualche anno fa.
  • le quotazioni nickel: anche il nickel ha prezzi molto più bassi rispetto a quelli del 2010–2013, con il metallo in questione che ha perso circa il 50% del valore. I prezzi sono comunque, come spesso capita con le materie prime, estremamente volatili;
  • le quotazioni alluminio: rispetto a 5–6 anni fa si è registrata anche una flessione importante dei prezzi dell’alluminio, anche se siamo molto lontani dagli autentici crash delle altre materie prime. L’alluminio però tende ad essere molto volatile anche sul breve periodo, con piccole variazioni dei livelli di consumo (dettati dai dati che arrivano dalle diverse industrie che lo utilizzano) che possono incidere sul prezzo di breve periodo in modo davvero sostanziale;
  • le quotazioni ottone: i prezzi dell’ottone non sono più quotati nelle piazze in quanto non ci sono stati negli ultimi anni scambi importanti sulla lega già pronta. A fare da riferimento per i prezzi dell’ottone saranno dunque rame e zinco.

Come investire in materie prime?

Ci sono in realtà moltissimi modi per investire in materie prime. Alcune sono forme di investimento diretto, altre invece assumono la forma dei titoli derivati, che vedono le materie prime in questo caso come sottostanti.

Inoltre, come avremo modo di vedere più avanti, è possibile anche investire in ETF, ovvero fondi che sono concentrati su un gruppo di commodities o anche su una sola.

I titoli a contratto diretto

Il modo più semplice e diretto per investire in materie prime è di acquistare contratti contro merce diretta.

Ovviamente la merce, anche in questo caso, non viene consegnata, ma è tenuta in stock fino a quando il detentore del contratto decida appunto per la consegna.

La cosa non deve assolutamente interessarci, in quanto è possibile speculare sul petrolio anche senza prenderne mai effettivo possesso. Lo stesso vale per i principali metalli che vengono scambiati sulle principali piazze finanziarie.

I titoli a contratto diretto possono essere interessanti, ma prevedono il ricorso ad investimenti sostanziosi e spesso difficili da gestire.

Per chi vuole investire sulle materie prime, sono disponibili strumenti sicuramente più di facile accesso, che andremo a vedere tra pochissimo.

I derivati: futures e opzioni

Le materie prime sono tra i sottostanti più comuni per ogni tipo di contratto derivato, in particolare per futures e opzioni. Con future (approfondisci qui i Futures come strumento finanziario) e opzioni (approfondisci qui  le opzioni come strumento finanziario) si acquista il diritto o l’obbligo ad acquistare o a vendere una determinata materia prima ad una data futura ad un certo prezzo.

Questo vuol dire che si tratta a tutti gli effetti di una sorta di “scommessa” sul valore futuro della materia prima che ci interessa.

Per futures e opzioni, e comunque in generale per tutti i titoli derivati che interessano le materie prime, si può inoltre ricorrere alla leva finanziaria: per capirci dovrai semplicemente coprire una parte del valore del contratto, soltanto il margine che può oscillare giorno per giorno, avendo dunque la possibilità di andare ad investire somme molto più elevate di quelle che effettivamente possiedi.

La leva finanziaria ha sicuramente il pregio di permettere di costruire un portafoglio anche diversificato, senza che sia bisogno di investire molto denaro. Come contrappasso però, abbiamo l’amplificazione non solo dei guadagni, ma anche delle perdite.

Futures sul petrolio

Tra i futures più importanti troviamo i futures sul petrolio, che determinano non solo gli investimenti dei singoli risparmiatori e dei fondi, ma anche le politiche estrattive dei paesi che sono i maggiori esportatori.

I futures petrolio sono tra gli strumenti più volatili del mercato derivati, che soprattutto se acquistati con il ricorso alla leva finanziaria, possono avere degli effetti particolarmente marcati sul nostro patrimonio.

ETF Commodity Materie Prime

Gli ETF commodity sono dei delle equity pubbliche che hanno andamento che è legato all’andamento di una qualunque materia prima (o anche di un gruppo di materie prime).

È una forma di investimento che permette di avere accesso agli andamenti delle principali materie prime, in genere esponendosi di meno ai rischi e alla volatilità che sono collegate alle materie prime.

Inoltre gli ETF Commodity possono anche prevedere l’inserimento a portafoglio di altri tipi di titoli, tipicamente obbligazioni di tipo statale, per rendere il portafoglio più equilibrato e andare a tutelare, almeno in parte, il capitale che viene investito.

Conviene investire in Materie Prime?

Quello delle materie prime è un settore di investimento sicuramente interessante, ma anche uno di quelli più volatili.

Bisognerebbe considerare il tutto volatile a livello delle azioni dei mercati esotici, soprattutto per chi abbia interesse a mantenere il titolo di proprietà o il derivato a lungo tempo.

La possibilità ForEX

Alcune delle piattaforme Forex forniscono accesso anche a microcontratti sulle principali materie prime.

Si tratta di un metodo di investimento che è in genere abbastanza conveniente, in quanto:

  • Le commissioni sono minime, così appunto come per ogni piattaforma forex.
  • Gli ordini sono piazzati istantaneamente.
  • Si può gestire in assoluta autonomia la leva finanziaria, evitando di esporci a quelli che sarebbero invece i rischi incorporati con un contratto o con un fondo non gestito da noi direttamente.
  • Anche i costi di mantenimento della posizione sono minimi, rispetto invece agli oneri che sono collegati con i derivati.

Opzioni sulle materie prime

Le opzioni sulle materie prime sono un’altra delle modalità tipiche attraverso le quali si può appunto investire su petrolio, gas naturale, metalli.

I contratti di opzione sono nel particolare:

  • dei contratti che permettono di acquistare o vendere una determinata materia prima alla scadenza e ad un determinato prezzo, senza che però questo acquisto sia obbligatorio. Opzione vuol dire appunto avere la facoltà di portare a termine il contratto.
  • sono contratti inoltre onerosi, nel senso che chi emette il contratto e ci cede dunque il diritto di acquistare o di vendere, vorrà in cambio del denaro, che è stabilito in fase di sottoscrizione del contratto.

In questo modo chi investe con i futures avrà modo di investire sapendo già in partenza quanto potrà perdere al massimo (il costo dei contratti).

Inoltre per investire e quindi potenzialmente guadagnare dal rialzo o dal ribasso di una determinata materia prima, dovremo soltanto coprire il costo dei contratti.

Le opzioni sulle materie prime possono dunque aiutarci a differenziare il nostro patrimonio e a proteggerci dalle variazioni di prezzo investendo soltanto una parte esigua rispetto al capitale totale rappresentato dai contratti.

A chi è adatto l’investimento in materie prime?

Come abbiamo detto sopra, le materie prime sono un sottostante particolarmente movimentato e volatile, che almeno nella forma del contratto diretto non è adatto a chi ha una bassa propensione al rischio.

Chi vuole comunque, nonostante una bassa propensione al rischio, investire in materie prime, può scegliere tra i prodotti che normalizzano l’andamento delle diverse commodity:

  • Fondi bilanciati, che in genere accompagnano ai derivati sulle materie prime altri tipi di titoli più tranquilli e sicuri
  • Fondi commodity, che sono commercializzati secondo il grado di rischio, che può essere molto diverso da prodotto a prodotto, con andamenti che possono essere collegati agli indici del petrolio, del nickel e delle altre materie prime, temperati dal ricorso per parte del portafoglio a titoli di debito più “tranquilli”, come bond statali o di aziende a bassissimo profilo di rischio.

Se credi che le materie prime non siano un investimento ideale per le tue necessità, consulta la nostra sezione sugli investimenti per scoprire altri strumenti finanziari.


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Laura Magistrale in Marketing e Comunicazione d’Impresa (2004) conseguita a pieni voti presso l’Università degli Studi di Torino e Master di II livello presso la Facoltà di Economia di Torino (2006). Scopri di più su Anna e la redazione qui

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