La rete imprenditoriale italiana è costituita per una consistente parte da Piccole e Medie Imprese, realtà aziendali dalle dimensioni contenute ma incredibilmente fertili ed essenziali per il tessuto economico nazionale. Una delle novità più interessanti di questo mercato è la definizione di una particolare tipologia di imprese: ossia le cosiddette PMI Innovative.
Mentre le tradizionali PMI possono essere considerate tali solamente quando rispettano precisi requisiti in termini di dipendenti e di fatturati generati, le PMI innovative rappresentano un’ancora più specifica categoria di aziende, che fondano la loro esistenza su business model all’avanguardia.
A differenziarle sia dalle più classiche PMI che dalle Start Up innovative, sono precisi requisiti e differenze peculiari. L’obiettivo primario della creazione di queste imprese è di stimolare positivamente la nascita e la crescita di società che abbiano tra i loro focus un’evoluzione efficiente in termini di R&D e che ruotino attorno all’impiego di personale altamente qualificato.
Speciali vantaggi ed agevolazioni fiscali spingono infatti sempre nuove aziende a volersi qualificare come PMI Innovative.
Cosa sono le PMI innovative?
Tali imprese sono state introdotte per la prima volta nel 2015 con l’art. 4 del Decreto Legge 3/2015, anche noto come Investment Compact.
Le PMI innovative per definizione sono tutte quelle piccole, medie e microimprese attive nel comparto dell’innovazione tecnologica, che contribuiscono proficuamente allo sviluppo del paese in termini di rinnovamento e progresso.
Con la loro istituzione, il Governo ha voluto dare una spinta consistente alla competitività delle PMI italiane offrendo un’iniezione di vantaggi e facilitazioni a tutte le imprese impegnate nella direzione dell’innovazione. Il DL 3/2015, pur separando nettamente il concetto di startup innovative e PMI innovative, ha esteso anche a quest’ultime il pacchetto di agevolazioni previste per le start up dal DL 179-2012.
Per essere classificata come “innovativa” in ogni caso una piccola o media impresa deve presentare particolari requisiti, descritti nel dettaglio nell’Investment Compact: quali sono i principali?
PMI innovative: i requisiti
Per poter ottenere la denominazione di PMI innovativa, un’impresa deve dimostrare concretamente di possedere una serie di elementi distintivi. Innanzitutto deve essere necessariamente una società di capitali, anche costituita in forma cooperativa, e deve inoltre rispettare alcuni requisiti oggettivi, quali:
- avere residenza societaria in Italia, oppure essere residente in un altro Paese dello Spazio Economico Europeo ma avere almeno una sede produttiva o una filiale sul territorio italiano;
- avere l’ultimo bilancio aziendale certificato da un revisore contabile o da una società di revisione, regolarmente iscritti nel registro dei revisori contabili;
- non essere iscritta nel Registro delle Imprese come start up;
- non essere quotata all’interno di un mercato regolamentato.
Inoltre, tra i requisiti di una PMI innovativa c’è anche il rispetto di almeno 2 dei seguenti 3 parametri:
- avere un volume di spese investite in innovazione e R&D pari almeno al 3% del maggiore tra costo e valore totale della produzione;
- impiegare personale altamente qualificato: ossia avere almeno 1/3 dei collaboratori in possesso di una laurea magistrale oppure almeno 1/5 del personale in possesso di dottorati di ricerca, dottorati o di una laurea e almeno tre anni di attività di ricerca certificata presso istituti pubblici o privati, in Italia o all’estero;
- essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto o software registrato purché direttamente afferente all’oggetto sociale e all’attività dell’impresa.
Come diventare una PMI innovativa?
Le imprese che hanno tutti i requisiti per essere classificate come PMI innovative possono presentare domanda di iscrizione alla sezione speciale PMI innovative del Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio del territorio di competenza. Oltre alla richiesta ufficiale, l’impresa deve produrre un’autocertificazione che attesti il possesso di tutti i requisiti di Piccola Media Impresa Innovativa ed inviare il tutto al Registro tramite Comunicazione Unica.
L’attenta e corretta compilazione della documentazione è essenziale per il successo della pratica ed è spesso opportuno rivolgersi ad un professionista esperto che sappia guidare l’azienda verso la presentazione di una domanda ben strutturata e completa. Una volta accettata la richiesta, la società potrà iniziare a godere di tutte le agevolazioni previste per questa categoria di aziende.
Quali sono le agevolazioni fiscali per le PMI Innovative?
Le piccole e medie imprese che rientrano nei requisiti previsti, possono godere di numerosi vantaggi e agevolazioni fiscali, molto interessanti per la loro gestione imprenditoriale. Tra di essi ci sono:
- possibilità di raccogliere capitali tramite campagne di equity crowdfunding;
- incentivi fiscali per l’investimento;
- facilitazioni per il risanamento delle perdite grazie al credito bancario e al Fondo centrale di garanzia;
- flessibilità e deroghe nella disciplina societaria ordinaria.
Sono molteplici ed articolati gli incentivi che possono invogliare le imprese a entrare a far parte della speciale categoria di PMI Innovative, e toccano trasversalmente differenti aspetti della vita societaria, cruciali per una crescita costante e uno sviluppo concreto e orientato al futuro.
Qual è la differenza tra startup e PMI innovative?
Le due tipologie di impresa definite come Piccole Medie Imprese Innovative e Start Up Innovative presentano numerose caratteristiche simili, potenzialmente ancora più disorientanti quando si prendono in esame contemporaneamente entrambe le realtà. I loro requisiti sono particolarmente simili, ma le loro entità sono chiaramente distinte da alcuni elementi differenzianti che riguardano sia il loro grado di maturazione che i loro bilanci.
A fare da punto discriminante tra le start up e PMI innovative si trova ad esempio l’età anagrafica delle due realtà: mentre per rientrare tra le start up innovative un’impresa deve essere di recente fondazione e attiva da meno di cinque anni, la definizione di PMI innovativa nulla ha invece a che fare con la sua storia anagrafica.
Tra le altre maggiori differenze tra le due casistiche c’è inoltre il fatto che, mentre una start up innovativa deve presentare un valore di produzione annuo inferiore ai 5 milioni di euro, il fatturato annuo per le PMI innovative non deve sforare i 50 milioni di euro.
A distinguerle sono anche altri criteri, come l’oggetto sociale, il numero di requisiti di innovatività da possedere, la percentuale da investire necessariamente in ricerca, sviluppo e innovazione o il numero di dipendenti qualificati da impiegare.
Si tratta di universi diversi ma affini ed altrettanto interessanti da esplorare, sia dal punto di vista degli imprenditori che da quello degli investitori, orientati a muoversi nel profittevole settore di PMI e Start Up.
Se vuoi conoscere nel dettaglio le caratteristiche delle PMI tradizionali, clicca subito qui e leggi questa pratica guida sulle piccole e medie imprese!