Se ti interessa l’idea l’idea di inserirti nel mondo delle cooperative sociali, o di avviare una tua impresa sociale sei decisamente nel posto giusto.
La beneficienza, fosse volontariato in enti no profit, donazioni o l’apertura di un’associazione no profit propria, è un’attività forse inizialmente minimamente redditizia, ma che dà tanta soddisfazione quanto un lavoro blasonato.
Vediamo insieme tutte le principali cose da sapere riguardo la costituzione associazione culturale o un’impresa di attività sociali!
Definizione di impresa sociale
L’ordinamento giuridico italiano è molto chiaro riguardo la definizione di impresa sociale:
È un qualsiasi ente privato che esercita stabilmente e principalmente attività di impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, di solidarietà e di utilità collettiva e sociale, lavorando responsabilmente e trasparentemente con i lavoratori, con gli utenti e con le autorità.
Ciò che distingue profondamente le imprese sociali da quelle tradizionali è la finalità del guadagno: è ovvio che quando apri un’azienda miri a migliorare la tua condizione economica, ma se ti dedichi ad attività di volontariato “in prima linea” il tuo scopo dovrà diventare esclusivamente mettere a disposizione il tuo sapere, il tuo denaro e il tuo tempo per aiutare la collettività.
Le imprese sociali sono fiorite a partire dagli anni ’80 per diverse ragioni:
- Alcuni enti nazionali che si occupavano di sostegno alla persona e alla comunità sono state de-istituzionalizzate.
- I governi hanno dovuto affrontare problemi sempre più gravi man mano che la complessità del mondo aumentava, e l’aiuto dei privati è stato prezioso.
- Il terzo settore dell’economia è diventato il più importante in moltissimi Paesi.
Una delle forme più ricorrenti di questo tipo di impresa è quella delle cooperative.
Ma in realtà, cosa sono le cooperative sociali? Di fatto, aziende che si impegnano a fornire lavoro, beni, servizi e assistenza a condizioni più vantaggiose rispetto al mercato tradizionale.
Quando più aziende e associazioni decidono di avvicinarsi per sfruttare tutti i beni e l’impegno disponibili, si può parlare della creazione di un consorzio cooperative sociali. Questo tipo di attività è regolato dalla legge 381/1991.
Le categorie di lavoro delle imprese sociali sono tante: dall’istruzione alla sanità, dall’aiuto e la difesa delle minoranze o dei malati, per la cultura o lo sviluppo, per l’alloggio o l’accoglienza umanitaria, per i bambini, gli animali, i lavoratori in condizioni difficoltose, gli ambienti naturali messi in ginocchio dall’inquinamento o dall’umanizzazione.
È vero che alcuni settori sono molto più saturi di altri (per esempio, quello della cura e della difesa dei bambini: sono migliaia le associazioni mondiali che se ne occupano). Essere creativi e dedicarsi ad un settore “inesplorato”, ancora non coperto da associazioni blasonate, potrebbe essere una scelta vantaggiosa.
Le caratteristiche principali delle imprese sociali
La prima, come detto poco fa, è l’impegno per l’aiuto al prossimo depurato dalla finalità di guadagno.
A prescindere dalla tipologia specifica di impresa sociale, e sono diverse, lo scopo di chi le apre, gestisce e ci collabora è di rendersi utile, non di arricchirsi (o quantomeno, non di arricchirsi direttamente).
Rispetto alle aziende tradizionali, le imprese sociali hanno molte caratteristiche differenti che le distinguono dall’imprenditoria più conosciuta:
- La gestione avviene democraticamente, coinvolgendo i collaboratori interni ed esterni, le autorità, le entità locali e nazionali, i finanziatori, i donatori e tutte le persone impegnate nel processo di aiuto
- Gli organi di controllo sono molteplici: i soci si riuniscono per votare le decisioni, il consiglio amministrativo gestisce la società secondo le scelte fatte dai collaboratori, il collegio sindacale verifica che tutto il processo sia trasparente e regolare (ed è obbligatorio se il capitale sociale, cioè l’investimento di partenza fatto dai soci per la costituzione, è superiore ai 120 milioni di euro e in altri casi specifici prescritti dalle leggi).
- I risultati dell’impresa sociale devono essere trasparenti, limpidi, pubblicati in modo che tutti possano prendere visione del bilancio e sapere come il denaro raccolto è stato utilizzato ed investito.
- Se l’impresa sociale dovesse sciogliersi, il suo valore non verrebbe redistribuito tra soci, fondatori o collaboratori: si sceglierebbe un’impresa sociale che lo erediterebbe e lo utilizzerebbe per nuove finalità di beneficienza
- Per le imprese sociali sono disponibili moltissimi vantaggi fiscali (IRPEF detraibile al 30%, bandi e agevolazioni locali e nazionali, fondi governativi ed europei per incrementare il lavoro), tutti pensati per rendere più agevole il processo di aiuto al prossimo
Come aprire un’impresa sociale: i requisiti
Le caratteristiche la tua impresa sociale deve rispettare per essere considerata tale sono:
- Essere costituita con un atto pubblico (e spiegherò tra poco cos’è nel dettaglio).
- Perseguire finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
- Esercitare in via stabile e principale un’attività d’impresa di interesse generale, collettivo, umano o culturale.
- Cestinare utili e avanzi di gestione allo svolgimento dell’attività statutaria o ad incremento del patrimonio: si reinveste in nuove attività sociali, non si guadagna direttamente dal proprio lavoro.
- Adottare modalità di gestione responsabili e trasparenti.
- Redigere e depositare presso il registro delle imprese un documento che rappresenti lo stato patrimoniale e finanziario dell’impresa.
- Redigere il bilancio sociale.
- Favorire il più ampio coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e di altri soggetti interessati alle loro attività: la più importante delle caratteristiche delle imprese sociali è la loro capacità di creare una rete di contatti e abilità messe a disposizione del prossimo.
- I volontari non possono essere oltre il 50% dei lavoratori.
Apertura dell’impresa sociale: documenti e costituzione
L’atto costitutivo è il momento della nascita dell’impresa sociale. È un atto pubblico, che contiene e spiega le regole per lo svolgimento dell’attività scelta, le condizioni di ammissione dei soci, il capitale sociale, il sistema amministrativo scelto, i nomi dei primi responsabili.
Hai 30 giorni di tempo per farlo pervenire al Registro delle Imprese perché venga reso effettivo.
In questa fase è importante il numero dei soci: per aprire bisogna essere almeno in nove. Altrimenti, se i soci sono persone fisiche o si fa riferimento alle norme per le srl, si può essere in numero compreso tra sei e otto.
A partire dal 2010, il secondo step per l’apertura è la Comunicazione Unica, che viene fatta online attraverso i canali telematici del registro imprese e delle camere di commercio. La documentazione completa da consegnare è:
- L’atto costitutivo e lo statuto.
- Il bilancio di esercizio.
- Il bilancio sociale.
Come vedi, la burocrazia per l’apertura delle imprese sociali non è né più né meno complessa che quella per l’avvio di imprese tradizionali.
Neanche i rischi o l’impegno necessario sono differenti, o sottovalutabili pensando che il volontariato sia un’attività ricreativa e giocosa: le imprese sociali sono de facto equiparate a tutte le altre aziende, con la sola differenza che il guadagno non va al proprietario ma all’intera comunità che serve e sostiene.
Hai ancora qualche dubbio sul voler creare una impresa sociale e magari stravolgere la tua vita professionale? Fatti ispirare dalla strategia delle piccole cose per riuscire a cambiare la tua vita.
Qualora decidessi invece di voler dare vita a qualcosa con finalità di lucro fai subito il quiz di Intraprendere per trovare l’opportunità adatta a te
Fai subito il Quiz