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Ecco 3 Fantastiche Dritte che Ti Aiuteranno a Creare una Campagna di Crowdfunding di Successo

crowdfunding

160 mila euro raccolti in soli tre mesi, ben 10 mila euro oltre l’obiettivo prefissato: è stato questo il risultato della prima Start Up italiana finanziata con l’Equity Crowdfunding.

Correva l’anno 2013 ed il suo nome è Diaman Tech, costola del gruppo Diaman Holding, realtà che si occupa di ricerca, sviluppo, produzione e distribuzione di prodotti software per la finanza.

Da allora tanti passi avanti sono stati fatti nel campo del Crowdfunding. Le piattaforme ad oggi sono circa un centinaio, ognuna con le proprie regole e i propri requisiti, ma tutte fondano le proprie basi sul concetto che il finanziamento dal basso sia un modo semplice per finanziare progetti individuali e idee d’impresa.

Scopriamo insieme come funziona questo sistema e quali sono le caratteristiche del Crowdfunding. Ma prima voglio presentarti una novità che Mamazen, azienda di cui sono CEO, e Intraprendere Editore ha messo in campo per chi vorrebbe lanciare la propria idea imprenditoriale.


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Gli Startup Studio sono delle vere e proprie aziende che si occupano di produrre startup e accompagnarle in ogni fase del business.

È statisticamente provato che le startup create presso gli Startup Studio abbiano delle maggiori probabilità di successo rispetto a quelle nate in modo più “tradizionale”. Questo perché:

  • Ottengono una exit più veloce, ottenendo un vantaggio significativo rispetto ai competitor;
  • Presentano un tasso di crescita migliore;
  • Effettuano operazioni più efficienti, riducendo il tasso di fallimento;
  • Spendono meno denaro (e meglio), grazie alla comprovata esperienza dei team presenti all’interno degli Studio.

Attila Szigeti, massimo esperto di Startup Studio con pubblicazioni tradotte in 5 lingue, ha analizzato il fenomeno dando vita a “Startup Studio Playbook”, la guida definitiva agli Startup Studio pubblicata e curata nella sua edizione italiana da Intraprendere Edizioni con la collaborazione di Mamazen, lo Startup Studio tutto italiano e responsabile di affermate realtà aziendali come Homstate, Morsy e Orangogo.

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Cos’è il Crowdfunding?

Iniziamo con una definizione da dizionario: la parola “crowdfunding” deriva dai termini inglesi crowd, “folla”, e funding, “finanziamento”.

Il processo consiste nel persuadere tante persone a finanziare un progetto o un’idea.

Dov’è la novità? Anche in passato era possibile chiedere il supporto della comunità per realizzare delle idee imprenditoriali. La nascita del web ha permesso di allargare le potenzialità del crowdfunding fino a diventare, in alcuni casi, lo strumento principale per reperire risorse velocemente.

Negli ultimi anni stanno proliferando molte piattaforme che consentono ad organizzazioni no profit, artisti, musicisti, neo-imprenditori e start up, di raccogliere fondi. La stima attuale è che i siti di crowdfunding attivi in tutto il mondo siano più di un migliaio e che la raccolta fondi raggiunga svariati miliardi di dollari l’anno.

Ok, ma come funziona?

Tutto semplice fin qui no? Andiamo un pò di più nel dettaglio. Esistono 5 diversi metodi di crowdfunding che possiamo dividere in:

  1. Le piattaforme reward based, in cui le persone che contribuiscono ricevono in cambio una ricompensa, ad esempio un oggetto come una t-shirt o una tazza con il logo dell’attività che si sta sostenendo. Recentemente però alcuni progetti nati su piattaforme più note (Kickstarter e Indiegogo) hanno utilizzato una logica “pre-order based, dove il contributo serve a finanziare la costruzione di un progetto o oggetto, con in cambio il diritto ad essere tra i primi a riceverlo spesso ad un prezzo inferiore a quello definitivo;
  2. Le donation based, modello di solito utilizzato dalle organizzazioni non profit, ma anche da persone comuni alla ricerca di un contributo economico. In questo modello normalmente non sono previste ricompense, tra le varie piattaforme possiamo citare  Retedeldono e gofundme;
  3. Le lending based sono piattaforme di prestito peer to peer dove privati possono finanziare persone o imprese con finalità molto diverse tra loro (fra queste Prestiamoci e Smartika);
  4. Le equity based, dove in cambio del denaro versato il finanziatore ottiene la partecipazione al capitale sociale dell’impresa diventandone così socio a tutti gli effetti (ad esempio Mamacrowd, Crowdfundme, 200Crowd);
  5. Infine, le piattaforme ibride che ammettono cioè su più sistemi di reperimento dei fondi (come Eppela e Starteed).

Voglio provare, ma quale scelgo?

La risposta come sempre è “dipende”: dipende dalle esigenze e gli obiettivi che si hanno, oltre che le motivazioni che spingono a raccogliere il denaro per un progetto.

Se sei un privato che cerca fondi per realizzare l’acquisto di un prodotto o servizio, di sicuro le piattaforme peer-to-peer lending sono quelle più appropriate. Se invece il tuo progetto ha un intento sociale, allora puoi senz’altro fare affidamento ad una piattaforma donation based.

Per gli imprenditori, invece, sono molto più interessanti le piattaforme di equity crowdfunding: proprie queste infatti sono diventate negli ultimi anni uno dei canali più interessanti per il reperimento di capitale di rischio, specialmente nel campo dell’innovazione dove reperire i fondi è spesso più difficile.

Crowdfunding: aspetti positivi e negativi

Cerchiamo di fare un bilancio dei vari aspetti che abbiamo descritto finora sul Crowdfunding.

Per raccogliere risorse sufficienti non sempre è necessario ricorrere ad una piattaforma equity based, ma in molti casi è sufficiente ricompensare i propri investitori con un regalo come ad esempio l’uso stesso del prodotto o del servizio commercializzato come ad esempio è possibile fare su Kickstarter.

Una delle campagne di crowdfunding di maggior successo nella storia è quella realizzata dal cantautore Neil Young su Kickstarter, il quale è riuscito a superare di gran lunga il target fissato di 800 mila dollari già a 24 ore dal lancio dell’iniziativa. L’iniziativa consisteva nella commercializzazione di un nuovo tipo di iPod, il Pono Music .

Il progetto è stato promosso con un video in cui comparivano numerosi artisti di fama internazionale tra i quali Bruce Springsteen, Patti Smith e Mike D. dei Beastie Boys. Quale è stata la ricompensa in questo caso? Il ringraziamento ufficiale di Young a tutti coloro che hanno finanziato il progetto!

Esempi del genere sono numerosi, anche nel campo della cultura e dell’informazione: il giornale olandese “De Correspondent”, è riuscito ad ottenere circa 1 milione e 300 mila euro attraverso il crowdfunding in meno di due settimane. In questo caso la campagna di raccolta è stata condotta tramite un sito di proprietà realizzato ad hoc.

Vi starete chiedendo probabilmente: che cosa può aver spinto oltre 17 mila lettori a sottoscrivere una quota annuale di circa 60 euro? Il fatto di voler realizzare un’informazione indipendente in grado di andare oltre la notizia, che è stato percepito come un valore aggiunto da molte persone.

Come avrete già capito leggendo i casi appena citati, se non c’è una storia avvincente da raccontare, è molto difficile che un’iniziativa di crowdfunding abbia successo.

È fondamentale riuscire a convincere i possibili investitori non solo attraendoli con una ricompensa ma anche coinvolgendoli emotivamente nel progetto: per questo è essenziale un ottimo storytelling.

Il lato opposto della medaglia (su molte piattaforme) è che, qualora non si riesca a raggiungere l’obiettivo di raccolta, non si ottiene nulla.

Fate molto bene le dovute valutazioni prima di avviare una campagna di raccolta di equity crowdfunding, ricordando sempre che: chi ben progetta, ben costruisce!

I 3 fattori di successo di una campagna di crowdfunding

Dopo aver illustrato cosa può andar storto, proviamo invece a concentrarci sui fattori che possono aiutarti ad avere successo con una campagna di raccolta fondi dal basso.

Ci sono molti imprenditori che in questo modo sono riusciti a realizzare il loro sogno, anche  quando il mercato sembrava indicare la direzione opposta.

Un esempio al volo: l’orologio Pebble, che si sincronizza con il tuo smartphone, esiste solo grazie ad una campagna di crowdfunding che ha permesso all’azienda produttrice di raccogliere in poco tempo la cifra record di 10 milioni di dollari.

Se volessimo riassumere quanto scritto nei paragrafi precedenti possiamo dire che i 3 fattori di successo di una campagna di crowdfunding sono:

1. Avere una storia semplice e intrigante

Ovvero che sia in grado di dare alle persone una ragione valida che li convinca a finanziarti: il crowdfunding, infatti, si differenzia da tutti gli altri metodi di finanziamento per il ruolo rilevante che ha nel far leva sulle emozioni delle persone.

La gente, quando legge la tua idea, deve sentire nella propria testa una voce che dice Wow, voglio farne parte!, solo così puoi centrare l’obiettivo!

2. Avere una rete di persone intorno a te

Il processo di crowdfunding dipende dalla fiducia e dalla reputazione, quindi avrai bisogno di un nucleo interno che ti aiuti nei tuoi obiettivi e funzioni da cassa di risonanza del tuo progetto.

Non è necessario però che si tratti di un gruppo numeroso, hai solo bisogno di un piccolo stuolo di persone fidate che sia disposto a dare il via alle donazioni (la regola del “rompere il ghiaccio” vale anche qui: è più difficile essere il primo a dare qualcosa se già altri non lo fanno già prima!).

3. Stabilire una ricompensa allettante

Anche dal punto di vista dell’incentivo, sia che si tratti di un regalo oppure di uno sconto o della partecipazione diretta al tuo progetto, cerca di renderlo davvero interessante ai tuoi possibili investitori.

Le piattaforme più avanzate che danno maggiori chance di successo alle campagne di crowdfunding sono quelle che permettono di offrire più livelli di incentivi a seconda del livello della donazione.

Anche in questo caso dunque occorre realizzare una strategia che sia in grado di incentivare sia coloro che possono dare solo un piccolo contributo, ma anche coloro che invece sono disposti ad un impegno più consistente.

Alessandro Mohammadi

Alessandro Mohammadi

Imprenditore seriale con 10 anni di esperienza nel mondo Startup e un exit alle spalle. Collabora come Business Mentor con B-Heroes. Ceo di Mamazen, Startup Factory con forte focus sul go to market

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