Ecco Tutti i Casi in Cui il POS è Davvero Obbligatorio

pos obbligatorio

In Italia esiste una legge che prevede che il POS sia obbligatorio per dare la possibilità ai clienti di pagare con carta. Quello che non sai forse è che in alcuni casi quest’obbligo non sussiste.

Se hai diversi dubbi su cos’è, quando è obbligatorio e per quali categorie è richiesto il POS sei nel posto giusto! In questa guida scopriremo cos’è e quando il pos è obbligatorio e, sopratutto, per chi.

Cos’è il POS e come funziona?

Il POS, acronimo di Point of Sale, è un dispositivo di tipo elettronico pensato appositamente per i pagamenti con carte di debito, prepagate e carte di credito.

il POS è un servizio che permette ai commercianti di ottenere il pagamento per un servizio o prodotto attraverso una carta di pagamento elettronica.

Ma come funziona il pagamento tramite POS? Il pagamento con pos prevede che questo dispositivo sia collegato a un centro di elaborazione, della banca alla quale ci si è affidati per il suo rilascio, in modo tale che questa poi possa effettuare l’addebito relativo al pagamento sul conto corrente di chi ha effettuato l’acquisto.

Di conseguenza poi la banca gestisce anche l’accredito del pagamento sul conto corrente dell’esercente.

Il POS è un servizio bancario che commercianti e liberi professionisti possono utilizzare, con un contratto e il pagamento di un canone annuale (in base alle transazioni che vengono effettuate con queste), che cambia a seconda della banca o del servizio alla quale ci si affida.

Con questo sistema di pagamento, il commerciante o il libero professionista, non dovrà poi andare in banca a versare i contanti, ma avrà direttamente sul proprio conto corrente i soldi degli acquisti che i clienti hanno effettuato con carta.

Il POS per funzionare ha bisogno di essere connesso o alla linea telefonica tradizionale mediante rete LAN oppure possono essere dotati di una loro SIM, per generare direttamente la rete internet di cui hanno bisogno per funzionare, e inviare i dati alla centrale operativa della banca.

Limiti del POS: qual è la cifra minima e la massima che si può accettare

La legge del 2016 ha stabilito che il cliente può scegliere di effettuare con il POS anche i micropagamenti, teoricamente dunque potrebbe scegliere di pagare anche un acquisto di 1 euro con il bancomat o con la carta di credito.

L’esercente però, per evitare la spesa che comporta ogni pagamento inviato tramite il POS, può impedire al cliente di pagare cifre al di sotto dei 5 euro con bancomat o carta di credito. Per quanto riguarda la cifra massima, in realtà con il POS non ci sono limiti (come invece succede per i contanti).

Quindi il cliente può pagare qualunque cifra, in base naturalmente alla sua disponibilità economica e soprattutto al limite pagamento bancomat che la banca ha imposto sulla sua carta.

Quando il POS è obbligatorio: le leggi in Italia

L’obbligo del POS è stato per la prima volta introdotto con l’articolo del codice penale 693, in cui si definiva che “chiunque rifiutava di ricevere monete con corso legale nello Stato, poteva essere punito con una sanzione amministrativa pari a 30 euro”.

Nonostante questa legge, negli anni l’obbligo del pos per commercianti, artigiani ecc… non è stato rispettato. Infatti, molti esercenti continuano ancora oggi a non accettare pagamenti attraverso carte di credito, bancomat e prepagate.

Nel tempo, comunque, si sono susseguite altre normative che hanno definito l’obbligo del POS. La Legge di Stabilità del 2016, con la direttiva sui servizi di pagamento (Psd2) nell’Unione Europea, è andata a rimarcare la necessità di avere questo strumento nella propria attività.

Inoltre, ha definito una riduzione sulle commissioni interbancarie previste per i pagamenti al di sotto dei 5 euro.

Nel 2019, il Governo ha iniziato nuovamente a definire quanto sia importante l’obbligo del POS, però al momento non è stata creata nessuna normativa nuova che regolarizzi questa norma.

Infatti, al momento non è chiaro cosa possa succedere ai commercianti che scelgono di non avere in negozio il POS e che non vogliono accettare carte di debito o credito, oltre a una multa amministrativa di 30 euro.

Probabilmente, un approfondimento legislativo sull’obbligo del POS, sarà inserito all’interno della legge di Bilancio del 2020, dato che dall’anno prossimo viene introdotto anche l’obbligo dello scontrino elettronico con trasmissione diretta all’agenzia delle entrate.

Quindi per un maggior controllo sulle transazioni, il Governo, potrebbe pensare anche a nuove norme per incentivare il rispetto dell’obbligo del POS in negozi e attività professionali.

Per chi è obbligatorio il POS?

Una domanda che si fanno diversi lavoratori autonomi è per chi è obbligatorio il POS? Quindi non è insolito sentire che chiedano: il pos è obbligatorio per professionisti? Il pos obbligatorio, artigiani e commercianti?

Dato che c’è ancora un po’ di confusione su chi sia obbligato o meno ad avere questo sistema di pagamento, vediamo di fare chiarezza basandoci su quanto stabilito dalla legge del 2016.

Secondo questa sono obbligati ad avere il POS:

  • Attività nel campo dell’accoglienza e della ristorazione
  • Artigiani
  • Commercianti
  • Grossisti
  • Liberi professionisti (avvocati, ingegneri, notai, architetti, dentisti, consulenti del lavoro, medici professionisti)

In poche parole, tutti coloro che vendono servizi e prodotti e che lavorano a contatto con il pubblico hanno l’obbligo di avere il POS.

Ma chi è escluso dall’obbligo del POS? Esistono delle categorie che sono “esclusi” dall’obbligo del POS, anche se oggi per comodità e servizio, difficilmente non lo hanno nella loro attività. Stiamo parlando dei benzinai e dei tabacchini.

Questi non sono obbligati, in quanto i primi incassano anche le accise per lo Stato Italiano, mentre per i secondi in quanto vendono diversi prodotti bollati (che non prevedono nemmeno l’emissione dello scontrino).

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Redazione di Intraprendere

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