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Startup e Coronavirus: Come Cambia lo Scenario delle Startup con la Crisi Covid-19?

startup coronavirus

Nessun start-upper poteva certo immaginare l’ondata di crisi che ha investito il mondo a causa della diffusione del Coronavirus. Purtroppo i numeri terribili che riguardano le vittime sono impietosi e, purtroppo, è indubbio che il Covid-19 avrà un impatto devastante anche sul business e su un numero significativo di mercati.startup coronavirus

Questa non è certo la sede opportuna per ipotizzare improbabili antidoti o rimedi, visto che la salute viene prima di ogni cosa ed è veramente difficile fare previsioni. Ma certamente sono tanti gli imprenditori che si troveranno in difficoltà appena dopo aver lanciato la propria start-up.

Un primo inevitabile effetto della crisi riguarderà il calo degli investimenti, dato dal clima di profonda incertezza che graverà su tutti. Sarà più difficile reperire fondi e trovare le risorse per sviluppare nuove idee. In generale, verrà meno il propellente per crescere e sarà necessario stringere i denti e lavorare in un regime di attenzione ai costi.

Gli investitori comunque non si fermeranno completamente, ma preferiranno concentrarsi sulle aziende che sapranno affrontare questa crisi. Preferibilmente sceglieranno delle realtà che operano in settori in grado di andare incontro alla crisi con prodotti e servizi pronti a risolvere le mutate esigenze di lavoratori e imprese.

Tenendo conto poi che le start-up assumono in media circa 4 volte in più rispetto alle aziende consolidate e possono dare un impulso all’economia post crisi, probabilmente saranno introdotti incentivi e sgravi fiscali per favorire la ripresa.

È quindi questo il momento giusto per riflettere e sviluppare una “vision” diversa, che prenda in considerazione i cambiamenti che il coronavirus sta apportando.

Startup e Coronavirus: i settori maggiormente colpiti

Quali sono i settori maggiormente colpiti da questo straordinario evento in negativo?

Turismo e Viaggi

Solo in italia si calcola che il turismo perderà circa 52 miliardi di euro nel solo 2020 e purtroppo per vedere un’inversione di questa tendenza ci vorrà tempo. Con ogni probabilità, i consumatori inizieranno a tirare la cinghia proprio riducendo gli spostamenti per le vacanze e anche la ristorazione è prevista avere un calo di giro d’affari che sfiorerà il 24%.

Una crisi a dir poco drammatica che si ripercuoterà inevitabilmente su tutto il settore del “tempo libero” e che potrà difficilmente essere arginata.

Scommesse

Anche il settore delle scommesse subirà un brusco arresto, principalmente dovuto al “lock down” delle sale da gioco ma anche e soprattutto all’arresto delle attività sportive. Calo che proseguirà anche successivamente a causa dell’impoverimento dei consumatori che difficilmente dedicheranno risorse ad attività ludiche e rischiose.

Trattandosi di un settore abbastanza consolidato e sostanzialmente dipendente dalla conoscenza dei brand dei vari player, non sarà semplice fermare la crisi con innovazione e nuove idee.

Booking ed entertainment

Abbiamo già detto del Turismo, ma il booking è legato anche al settore alberghiero, dove il calo previsto in Italia sarà del 13%, alla cultura, agli eventi e ai concerti, ai trasporti (previsto un -20%) e in generale a tutto i servizi che si possono prenotare.

Non consideriamo ovviamente nel “booking” anche il mondo del “delivery” che invece riceverà un impulso positivo data la situazione di staticità delle persone.

Immobiliare

Il settore immobiliare verrà colpito in modo tremendo ma probabilmente solo per la durata del clima di incertezza. Sicuramente caleranno bruscamente gli affitti a breve termine e quelli relativi alle case vacanza, ma è già in atto un brutto stop anche per le compravendite immobiliari.

Quello immobiliare resta però una tipologia di investimento che può portare benefici nel medio lungo termine, e con l’avvento del “proptech” e di formule digitali, potrebbe esserci una risalita in tempi decenti.

Smartcity

Il decremento del traffico e l’attenzione ai costi di comuni e province può mettere in crisi il mondo legato alle città “smart”. Settore che fino a oggi era in grande crescita, ma legato indissolubilmente al benessere. 

Mobilità

Non si mette bene per il settore automotive e per tutto ciò che è legato alla mobilità. Dal “car sharing” e al “car pooling” al “bike e scooter sharing” , e di conseguenza anche l’ambito assicurativo legato alla mobilità vedranno un forte rallentamento e anche un calo di interesse.

Startup e Coronavirus: i settori con maggiori opportunità

In quali ambiti invece potranno presentarsi delle nuove opportunità?

Ecommerce

Per ciò che concerne l’ecommerce il discorso è complesso. Sicuramente l’impulso può venire dalla crisi che dovrà affrontare il canale distributivo tradizionale, ma il calo dei consumi è previsto essere significativo in tutti i comparti.

Certamente avranno maggiori possibilità i settori che commercializzano beni di prima necessità, prodotti essenziali e sanitari. Molto più negativo è l’outlook riguardante il settore del lusso, dell’abbigliamento, della bellezza, e della cosmesi.

Fintech e Insurtech

Sebbene sia previsto un netto calo della richiesta di prestiti e finanziamenti, nonché di prodotti assicurativi, crescerà da parte di banche, finanziarie e società assicurative la necessità di dotarsi di strumenti tecnologici, canali digitali end-to-end e metodi valutativi evoluti afferenti all’area del rischio e del marketing.

In generale si renderà necessario per banche tradizionali e challenger, di avvicinarsi ai consumatori attraverso la tecnologia e soluzioni innovative.

Per tale motivo, il mondo Fintech/Insurtech è previsto essere prioritario per gli investitori.

Editoria Digitale

Anche l’editoria, specie quella specializzata, potrà avere un impulso positivo purchè si produca contenuto pregiato, possibilmente multimediale e di reale utilità per l’utente.

Verticali nel settore della cucina, del tempo libero/cultura, del benessere ma anche generalisti in grado di sviluppare un brand editoriale potranno avere la possibilità di tentare forme di monetizzazione intelligenti.

e-Learning

Naturalmente la formazione a distanza potrebbe crescere, grazie alla necessità delle persone di riqualificarsi possibilmente limitando gli spostamenti e gli assembramenti. Un impulso che avrà un breve periodo ma che favorirà chi saprà fidelizzare i propri clienti.

CRM e knowledge management

La necessità di lavorare in smartworking porterà sicuramente un nuovo impulso al mondo del knowledge sharing, alle piattaforme collaborative, al settore del CRM e al video-conferencing.

Questo è ambito dove c’è molto spazio per l’innovazione e gli investitori monitoreranno attentamente le aziende che mostreranno scalabilità e una “vision” chiara.

Gaming

Un altro settore che potrà crescere, ma solo grazie a forti contenuti innovativi, è quello del gaming. Una crescita che sarà un’altra diretta conseguenza della maggiore staticità delle persone di tutte le età, e a un probabile mutamento delle abitudini dei consumatori.

Insomma, come ogni grande o piccola crisi solo chi riesce ad adattarsi o addirittura a trovare un risvolto positivo della situazione – per quanto catastrofica sia – può ben sperare di avere le carte in regola per portare avanti il proprio progetto imprenditoriale.

Alessandro Cirinei

Alessandro Cirinei

Alessandro Cirinei Commercial Solutions Manager Italy, Balkans, CEE, Turkey & Middle East di Experian. Fonda la sua prima azienda nel 2007, Xool e contribuisce successivamente al lancio di UrbanPost, Sercanto e Via Calzabigi. Collabora con fondi di venture ed acceleratori in qualità di "mentor" e temporary manager all'interno di numerose start-up, oggi è Commercial Solutions Manager Italy, Balkans, CEE, Turkey & Middle East di Experian

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