Come Diventare Procuratore Sportivo? Ecco i Corsi da Seguire, i Requisiti Necessari e gli Esami da Sostenere

come diventare procuratore sportivo

Come diventare procuratore sportivo?

Il procuratore sportivo è un professionista che gestisce l’acquisizione e il trasferimento degli atleti da una squadra all’altra. Sicuramente un lavoro molto interessante, dinamico e pieno di soddisfazioni sia dal punto di vista sportivo sia da quello economico.

Ma come diventare procuratore sportivo? Esiste un corso o bisogna effettuare un esame? Scopriamolo insieme in questa guida approfondita!

Cosa fa un procuratore sportivo

Prima di spiegarti come si diventa procuratore sportivo, andiamo a costatare effettivamente cosa fa e di cosa si occupa questa figura professionale.

Il procuratore sportivo si occupa principalmente della gestione, dell’acquisizione e del trasferimento di atleti e giocatori da una federazione all’altra.

Il procuratore è presente in varie federazioni sportive come il basket, la pallavolo, l’hockey ecc… nonostante ciò, la maggior parte di coloro che vogliono intraprendere questa professione preferisce richiedere l’abilitazione e seguire un corso su come diventare procuratore di calcio.

Il motivo è semplice, i procuratori in ambito calcistico sono maggiormente richiesti e, soprattutto, guadagnano di più.

Ma oltre alla gestione della compravendita dei giocatori di cos’altro si occupa questo professionista?

Diventare procuratore sportivo permette anche di curare gli aspetti commerciali e legali che riguardano i vari giocatori della squadra o federazione per la quale si lavora. Inoltre si dev’essere esperti nel campo dei regolamenti che vigono in una determinata società a livello nazionale e internazionale, e si deve avere dimestichezza con il diritto e la redazione di contratti.

Qual è il corso per diventare procuratore sportivo

Anche se ti sembrerà strano non esiste un corso procuratore sportivo Figc o indetto da altre federazioni calcistiche o sportive, oppure un corso di laurea specifico per questa figura.

Infatti, per diventare procuratore, in teoria, per il calcio, è necessario “solo” superare il test indetto dalla CONI e superare poi la prova di abilitazione che viene indetta con un bando da parte della FGCI.

Per riuscire a superare queste prove però è consigliabile avere una formazione a stampo economico o giuridico, o meglio ancora entrambe. Di solito, dunque, i procuratori hanno una laurea in Economia, in Giurisprudenza, oppure in Scienze dell’economia e gestione aziendale o in Scienze delle attività sportive e motorie.

Oltre alla laurea, anche se non ci sono corsi della FGCI, è possibile seguire un corso procuratore sportivo o un master post laurea pensato proprio per insegnarti come funziona questa professione, ma anche per aiutarti a superare l’esame procuratore sportivo indetto dal CONI, e che risulta essere nuovamente obbligatorio dal 2019, per tutti coloro che vogliono essere abilitati alla professione.

Cosa studiare per diventare procuratore sportivo

Come diventare procuratore di calcio? Per intraprendere questa professione è necessario essere preparati e per questo motivo bisogna conoscere le principali materie da studiare.

Tra i requisiti troviamo sicuramente una forte passione per il calcio, lo sport, per i suoi regolamenti, forza d’animo e voglia di mettersi alla prova. Per quanto riguarda cosa studiare, come abbiamo accennato sono consigliati i corsi di laurea in giurisprudenza, in economia o in scienze delle attività motorie e sportive.

Il motivo è semplice, infatti, a questi professionisti è richiesta un’ampia conoscenza del diritto penale, civile e commerciale, ma anche dello sport e delle regole imposte dalle federazioni e da coloro che regolano i rapporti tra club.

Quindi ampliare le proprie conoscenze in materia di diritto, economia e regolamenti sportivi, è il modo migliore per accedere a questa professione.

Chi può fare il procuratore sportivo

Quali sono per il procuratore sportivo requisiti ed esami da superare? Per diventare procuratore e sostenere l’esame che ti permette di ottenere l’idoneità alla professione da parte del Coni, devi avere dei requisiti specifici ossia:

  • Cittadinanza Italiana o di un altro paese dell’UE;
  • Conseguimento del diploma di scuola secondaria di II grado (laurea);
  • Non aver riportato condanne penali per delitti non colposi;
  • Essere in possesso dei diritti civili e politici;
  • Essere iscritti al registro dei procuratori sportivi con tassa d’iscrizione da 250 euro;
  • Non si deve essere allenatori, giocatori o dirigenti di squadre sportive.

Come già accennato, oltre a questi requisiti, è necessario anche effettuare una prova d’abilitazione che accerti la tua idoneità. L’esame bisogna sostenerlo nella sede del CONI e prevede una prova scritta con 30 domande a risposta multipla e una prova orale. Tra le materie da conoscere ci sono: diritto dello sport, diritto amministrativo e diritto privato.

Quanto guadagna un procuratore

Ma quanto guadagna un procuratore sportivo? In molti sono affascinati da questa professione proprio per i guadagni che si possono ottenere.

Naturalmente, bisogna considerare che il procuratore che opera in settori meno remunerativi come basket, hockey, rugby e pallavolo (in Italia) può ambire a guadagni pari più o meno al 3% dello stipendio lordo o del prezzo di trasferimento del giocatore.

Se si lavora per una squadra non di alto rilievo, e assunto come dipendente, si può ottenere uno stipendio mensile che oscilla tra i 1000 e i 2000 euro circa.

Per quanto riguarda invece i procuratori sportivi che lavorano in campo calcistico, per legge anche questi devono aver riconosciuto al massimo il 3% dello stipendio lordo o del prezzo di acquisto di un calciatore o atleta. Ma possono anche guadagnare bonus e altri incentivi in base alla popolarità che ci si costruisce come procuratori. Secondo i dati della FIGC per la serie A le squadre hanno speso all’incirca 193,3 milioni d’euro in commissioni in favore dei procuratori.

Quindi un procuratore che lavora in Serie A avrà sicuramente dei guadagni molto più elevati di coloro che operano nella serie B o C, e per coloro che lavorano in sport notoriamente meno retribuiti in Italia.

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Redazione di Intraprendere

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