Come diventare arbitro? È una professione redditizia?
In alcuni casi, quello dell’arbitro è un mestiere che può essere fatto come secondo lavoro per arrotondare, in altri, come ad esempio nel caso dell’arbitro di calcio di serie A o dei direttori di gara di altre discipline a livello nazionale e internazionale, fare l’arbitro diventa un vero e proprio lavoro con un impegno continuo e ben remunerato.
Resta dunque con me se vuoi scoprire come si diventa arbitro.
Come si diventa arbitro
La prima cosa da dire è che, a seconda della disciplina sportiva prescelta, il percorso per diventare arbitro cambia.
Come diventare arbitro di calcio
Ad esempio, se ti chiedi come diventare arbitro di calcio il primo step consiste nell’iscriversi ad un corso dall’AIA, l’Associazione Italiana Arbitri. L’iscrizione al corso è del tutto gratuita e le lezioni si svolgono presso le sezioni, presenti in ogni capoluogo di provincia o nelle città dove sono presenti almeno 40 arbitri.
Una volta iscritti al corso, occorre seguire le lezioni per un periodo di circa tre mesi, al termine die quali andrà sostenuto un esame, sia scritto che orale, su temi di carattere tecnico e disciplinare. Superando questa prova, dovrai quindi affrontare dei test fisici consistenti in prove atletiche sullo scatto (40 mt) e sulla resistenza.
Se anche questi test andranno a buon fine, potrai affiliarti alla sezione presso cui hai sostenuto il corso e cominciare così a ricevere le designazioni per andare ad arbitrare.
Come diventare arbitro di tennis
Il percorso per diventare arbitro di questa disciplina, chiamato anche ufficiale o giudice di gara, è differenziato a seconda che tu intenda arbitrare gare nazionali o internazionali. Nel caso ad esempio tu voglia arbitrare le sole competizioni nazionali, dovrai seguire un corso e superare un esame per la qualifica di Giudice Arbitro Quadri Regionali presso una delle sedi regionali della Federazione italiana tennis.
In questo modo sarai già in grado di presiedere gli incontri individuali o a squadre a livello regionale. Per presiedere invece alle gare nazionali dalla serie D alla serie A dovrai invece superare anche un secondo esame per il conferimento della qualifica di Giudice Arbitro Quadri Nazionali.
Per poter arbitrare infine nelle manifestazioni internazionali dovrai ottenere ulteriori certificati (badge) differenziati in base al colore bianco, bronzo, argento e oro. Gli Arbitri White, in particolare, sono quelli che vengono designati nei vari Tornei Internazionali che si disputano in Italia ed all’estero. Quelli Bronze, Silver e Gold sono abilitati ad arbitrare a livello ATP e WTA Tour e nei Grand Slam.
Per poter ottenere queste certificazioni, occorre partecipare ad una scuola di primo livello su base nazionale.
In genere sono le stesse sedi regionali a indirizzare gli ufficiali di gara più meritevoli verso questo percorso.
Dopo la scuola di primo livello, se il tuo obiettivo fosse quello di presiedere anche nelle competizioni internazionali, dovrai proseguire l’iter presso una scuola di secondo livello gestita dalla International Tennis Federation.
Anche in questo caso però potranno candidarsi solo gli arbitri di tennis che avranno ottenuto un maggior punteggio nella graduatoria di merito. Il superamento della scuola di secondo livello conferisce il Badge Bianco (“White Badge”), la prima certificazione internazionale.
Il meccanismo di assegnazione preselezione+scuola è, in pratica, lo stesso, anche per il livello successivo (Bronze Badge) mentre per il “Silver Badge“ e il “Gold Badge” non sono previsti corsi da frequentare ma si tratta di riconoscimenti che vengono attribuiti sulla base delle valutazioni ricevute durante l’anno. Si tratta però di un evento abbastanza raro dato che sono solo 30 attualmente gli arbitri di tennis insigniti dello stato di “Gold Badge”.
Quali sono i corsi necessari per diventare arbitro
Come già accennato sopra, per diventare arbitro occorre in genere frequentare dei corsi presso le sedi locali provinciali e/o regionali della federazione sportiva corrispondente. Si tratta di corsi della durata di alcuni mesi che in genere prevedono la frequenza obbligatoria e un esame di abilitazione alla professione finale.
L’aspetto positivo è che questi corsi sono di solito gratuiti quindi possono essere frequentati da tutti.
Per conoscere data e durata dei vari corsi ti consiglio di vedere direttamente sul sito delle varie federazioni sportive, alla voce “sezioni locali” e/o “corsi).
Ecco qui i link ad alcune delle principali federazioni sportive dove puoi trovare alcune informazioni sulla formazione per tecnici di gara o i contatti delle sedi locali:
Cosa serve per diventare arbitro
In genere, indipendentemente dalla disciplina sportiva e dalla federazione, per potersi iscrivere ad un corso per diventare arbitri occorre avere questi requisiti obbligatori:
- Cittadinanza italiana;
- Maggiore età o meno (per gli arbitri di calcio ad esempio basta aver compoito 15 anni e non aver superato i 35 nel momento dell’iscrizione al corso);
- Titolo di studio della scuola dell’obbligo.
- Certificato medico di idoneità alla pratica sportiva generica.
Oltre a questi requisiti di base, per poter superare tutti gli step successivi, occorre:
- Conoscere perfettamente il regolamento dello sport che intendi arbitrare;
- Avere un’ottima forma fisica in quanto dovrai seguire gli atleti durante la competizione.
Ultimo requisito, che potrebbe sembrare superfluo ma in realtà non lo è, occorre essere capaci di rimanere sempre imparziali e super partes in modo da prendere sempre scelte dettate dal buon senso e dalla corretta applicazione delle regole del gioco.
Quanto guadagna un arbitro
Per rispondere alla domanda quanto guadagna un arbitro, la prima cosa da dire è che c’è arbitro e arbitro. Anche prendendo come riferimento un solo sport, il calcio, le differenze sono notevoli a seconda della categoria cui appartengono i giocatori della partita arbitrata.
Un arbitro che ha la fortuna di dirigere le partite di Serie A può ad esempio arrivare a guadagnare fino a 200.000 € ogni anno, mentre i compensi degli arbitri delle categorie inferiori tante volte sono appena sufficienti a coprire le spese di viaggio.
Ad esempio, un arbitro di calcio della serie D, riceve un’indennità di trasferta in base alla distanza del luogo della partita alla propria sede. Questi gli importi previsti:
- Da 0 a 25 km, 30 euro;
- Da 26 a 50 Km, 38 euro;
- Da 51 a 75 Km, 42 euro;
- Da 76 a 100 Km, 52 euro;
- Da 101 a 150 Km, 57 euro;
- Da 151 a 200 Km, 68 euro;
- Da 201 a 250 Km, 78 euro;
- Da 251 a 300 Km, 88 euro.
Un arbitro di serie C guadagna invece circa 200 euro a trasferta ai quali si sommano due buoni pasto da 30 euro cadauno più 0,21 centesimi di euro per ogni km percorso, mentre in serie B il corrispettivo per ogni gara è di circa 1.700 euro più i rimborsi al chilometro uguali a quelli degli arbitri del livello precedente.
Vediamo infine quanto guadagna un arbitro di serie A. Qui i compensi diventano davvero interessanti in quanto per ogni partita arbitrata, un direttore di gara, indipendentemente dal grado di esperienza, guadagna un compenso lordo di circa 3.800 euro. €. Anche gli assistenti arbitrali che collaborano con l’arbitro in campo attraverso il sistema video (VAR) percepiscono un compenso abbastanza cospicuo: circa 1.500 € a partita.
A questi emolumenti, si aggiungono poi i compensi ricavati dall’arbitraggio di competizioni nazionali: per una partita di Coppa Italia, un arbitro riceve circa 1.000 € a partita nei primi turni, 1.500 € nei quarti, 2.500 € nelle semifinali e 3.000 € in finale.
Indubbiamente, gli arbitri di calcio sono quelli che se la passano meglio in fatto di retribuzione, tanto che a più riprese si è sentito parlare di una vera e propria “casta” del fischietto.
Per i direttori di gara di altri sport, ad esempio il basket, sicuramente la situazione è molto meno rosea.
Per quanto riguarda nello specifico le competizioni a livello regionale, i rimborsi arbitrali sono diversi da regione a regione, per cui ad esempio un arbitro di C2 Maschile percepisce circa 42 € a partita in Lombardia, mentre uno che arbitra in Toscana solo 25 €.
Per quanto riguarda le tariffe nazionali, quelle maggiori riguardano gli arbitri delle competizioni maschili, quelli che arbitrano nel fine settimana e dopo le ore 18 e quelli che devono rimanere una notte fuori per poter presiedere la gara.
Spero di aver risposto ad ogni tua curiosità su come diventare un arbitro. Adesso, non ti resta che fare il quiz di Intraprendere per fugare ogni ulteriore dubbio e trovare il business davvero adatto a te
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