Guida alle Nuove Coltivazioni Redditizie: Quanto Convengono le Coltivazioni di Bambù? Tutto Quello che Devi Sapere

Coltivazioni bambù, come coltivare il bambù

Fra le colture ad alto reddito ci sono senza dubbio le coltivazioni di bambù, tanto che alcuni hanno ribattezzato questa pianta di provenienza cinese come “oro verde”.

Il bambù è una pianta a fiore sempreverde che cresce in modo spontaneo nelle zone umide a tutte le latitudini. Si ritiene che sia una delle piante con la crescita più rapida esistenti, in quanto alcune specie possono crescere anche fino a 90 cm al giorno.

I bombuseti sono quindi un genere di coltivazione che attecchisce molto facilmente senza richiedere particolari attenzioni né manodopera.

La rendita delle coltivazioni di bambù deriva principalmente dalla commercializzazione dei tronchi, chiamati anche culmi, e dei germogli. I primi trovano, infatti, ampia applicazione in vari settori industriali quali ad esempio edilizia, arredamento e moda, mentre i secondi sono impiegati soprattutto in campo alimentare.

Scopriamo dunque di seguito come coltivare il bambù e come guadagnare in agricoltura.

Coltivazioni di bambù: da dove cominciare

Quando si parla di bambù si fa riferimento, in realtà, ad oltre 1.300 specie di piante diverse, di cui solo una piccola parte risultano interessanti dal punto di vista commerciale.

Se la tua domanda è cosa coltivare per guadagnare molto, allora devi sicuramente rivolgere la tua attenzione al bambù gigante chiamato anche bambù Madake. Si tratta, infatti, di una pianta che riesce a raggiungere facilmente i 10-15 cm di diametro e oltre i 20 mt di altezza.

In genere, per poter iniziare una coltivazione di bambù gigante, occorre prima di tutto procurarsi le piante madri.

Le soluzioni in questo caso sono due:

  • Acquistare delle piantine di bambù riprodotte in serra;
  • Procurarsi delle piante di dimensioni più grandi riprodotte in modo naturale.

La prima soluzione è più economica ma molto più rischiosa in quanto, trattandosi di solito di piante molto piccole, è più facile che possano essere soggette ad aggressioni esterne.

Il mio consiglio su cosa conviene coltivare all’inizio è dunque quello di procurarsi piante di dimensioni non inferiori ai 2 mt, così da avere maggiori garanzie circa il loro attecchimento e sviluppo nel terreno.

Quali sono i terreni adatti per coltivare bambù

Il bambù gigante cresce in modo spontaneo in quasi tutti i tipi di terreni, quindi chiunque abbia un terreno incolto potrebbe di fatto avviare una piantagione di questo tipo.

Per far sì che la tua coltivazione cresca più velocemente, dovrai però fare attenzione a che il terreno che la ospita sia:

  • Ben irrigato in tutti i periodi dell’anno (l’umidità del terreno deve essere compresa almento fra il 75/85%);
  • Con un ph fra 4,5 e 6, dunque prevalentemente acido, in modo da consentire un accrescimento più rapido sia dei fusti che dei germogli;
  • Scarsamente ventilato, in quanto una velocità del vento superiore agli 80 km/ h potrebbeò spezzare le canne creando problemi di sviluppo alla coltivazione.

Quale tipo di attenzioni richiede una coltivazione di bambù

Per coltivare il bambù gigante non devi ricorrere a particolari accorgimenti o attrezzature.

Si tratta, infatti, di una pianta che cresce spontaneamente anche nel nostro clima e che quindi non avrà difficoltà ad attecchire. Anzi, una piantagione già avviata, dopo il primo taglio, continuerà a crescere e ad espandersi da sola, assicurandoti una redditività elevata e crescente nel tempo.

L’attenzione più importante da prestare riguarda l’approvvigionamento di acqua nel periodo che va da aprile a settembre.

Ogni pianta del tuo bambuseto richiederà, infatti, non meno di 200 litri di acqua a settimana. Con 20 piante madri avrai quindi bisogno fin dall’inizio di non meno di 4.000 litri a settimana.

Man mano che la tua coltivazione aumenterà, il bisogno di acqua andrà naturalmente crescendo quindi preoccupati fin dall’inizio di realizzare un idoneo impianto di irrigazione.

Come coltivare il bambù

Come ho scritto all’inizio, le piantagioni di bambù non richiedono particolari cure. Ecco quali sono quelle necessarie:

  • Pulizia e trapianto delle piantine;
  • Concimazione;
  • Irrigazione;
  • Manutenzione;
  • Controllo dei parassiti e delle malattie;
  • Potatura e altre cure particolari.

Come pulire e trapiantare il bambù

La prima cosa da fare per consentire l’avvio della piantagione è quella di pulire il terreno da cespugli, erbe infestanti e altri materiali o piante indesiderati.

Dopodiché sarà necessario scavare le fosse per la semina o il trapianto delle piantine. Le fosse devono essere piuttosto grandi e profonde (almeno 60*60 cm) per fare in modo che il bambù appena piantato si stabilisca facilmente.

La distanza tra le piantine dovrebbe essere di circa 4 m, in modo che in ogni mezzo ettaro di terreno ci siano circa 200 piante. Il rizoma con le radici e il culmo deve essere posizionato a circa 10-20 cm sotto il suolo e deve essere coperto interamente dalla terra, premendo leggermente intorno la piantina.

Come effettuare la concimazione nelle coltivazioni di bambù

Ciascuna fossa in cui sono state piantate le piantine, dovrà essere riempita con del terreno mescolato con 2 kg di fertilizzante fosforico.

Il bambù è, infatti, una pianta che ha bisogno di nutrienti in eccesso.

Le piante una volta germogliate necessitano di un costante apporto di azoto e potassio. Inoltre, lo sviluppo di una massa forte e sana dipende dalla quantità di potassio nel terreno.

Si consiglia quindi di utilizzare dei fertilizzanti speciali a rilascio un graduale di azoto e potassio nel terreno in modo che l’apporto di questi minerali sia costante durante tutto l’anno.

Irrigazione

Come detto precedentemente, per allevare il bambù occorre garantire un sistema d’irrigazione efficace fin dall’inizio. Le soluzioni possibili sono due:

  • Irrigazione di superficie: consiste in un tubo collegato ad una pompa che fa scorrere l’acqua tra le piante attraverso alcuni solchi o canali realizzati appositamente;
  • Irrigazione a goccia, chiamato anche sistema di microirrigazione: consiste nell’utilizzo di appositi erogatori aerei che spruzzano l’acqua in modo graduale sopra le canne, simulando in tutto e per tutto delle gocce della pioggia.

Fra i due, il sistema più utilizzato nel nostro paese per le coltivazioni di bambù è il primo, non solo perché più economico, ma anche perché più efficace visto il quantitativo di acqua necessario.

Che manutenzione richiede una coltivazione di bambù

Le erbacce possono impedire la crescita del bambù assorbendo i nutrienti dal terreno. 60 cm intorno le piantine dovrebbero quindi essere sempre libere da infestanti. È pertanto necessario diserbare regolarmente l’area durante tutto l’anno.

Un’altra attività di manutenzione necessaria è la pacciamatura per prevenire l’evaporazione dell’acqua nel suolo. Questa può essere ottenuta mettendo della sostanza organica secca (ad esempio delle foglie) intorno alla base delle piante per preservare l’umidità del suolo e controllare le erbacce.

Il pacciame protegge anche i giovani germogli di bambù dalla luce solare diretta e facilita la produzione di germogli di buona qualità.

Controllo dei parassiti e delle malattie

La maggior parte delle malattie che possono danneggiare le piante di bambù può essere controllata dal taglio e dalla rimozione di parti infette della pianta. Gli scarti così raccolti dovranno poi essere bruciati. Anche l’applicazione di fungicidi e antiparassitari possono aiutare a controllare la diffusione dei parassiti e delle malattie.

Potatura e altre cure particolari

Qualora tu volessi realizzare una coltivazione di bambù destinata alla realizzazione di mobili di altro pregio, dovrai fare attenzione alla qualità dei fusti legnosi, che dovranno avere delle caratteristiche estetiche bene precise, come ad esempio avere un diametro regolare e internodi tutti equidistanti tra loro.

Per assicurare questo, dovrai garantire alla pianta adeguato nutrimento e protezione attraverso la concimazione e l’uso di antiparassitari, oltre a ricorrere a potature periodiche per evitare densità eccessive che possano far spezzare i fusti.

Quando avviene il primo taglio

Dato che il bambù non è un albero, ma un’erba legnosa infestante che nasce da un germoglio, per la piena maturazione dei fusti legnosi occorreranno almeno 4/5 anni. Prima di questo periodo, i culmi del tuo bambuseto risulteranno, infatti, troppo piccoli e troppo poco resistenti e flessibili per poter essere idonei al taglio.

Dopo il primo taglio, sarà possibile procedere al taglio ogni anno.  La percentuale di piante che vengono tagliate ad ogni stagione è in genere pari al 30%, in modo da consentire ai bambù restanti di generare nuovi germogli per far crescere la coltivazione.

Come si riproduce il bambù

Il bambù in una piantagione si riproduce in due modi:

  • Tramite l’interramento di semi o nuove piantine;
  • Per propagazione attraverso rizomi o talea.

Il metodo per talea è sicuramente quello più utilizzato perché consente uno sviluppo della piantagione più rapido. Si procede scegliendo una pianta madre sana per raccogliere il rizoma.

Questo viene di solito estratto compreso di radici e culmo con 4 o 5 nodi e immediatamente trapiantato nella terra. Questa operazione viene di solito effettuata durante la primavera da marzo a giugno.

Come guadagnare coltivando bambù

Il bambù è una pianta molto versatile dal punto di vista commerciale. Ti basti pensare che:

  • I suoi germogli sono ampiamente utilizzati dall’industria alimentare perché ritenuti un mangiare “verde” super nutriente e gustoso;
  • I fusti legnosi o culmi sono impiegati sia come materiale da costruzione nel settore edile, sia per realizzare mobili, imbarcazioni e complementi da arredo;
  • Largo impiego del bambù si ha anche nel settore tessile: con la parte legnosa si possono, ad esempio, realizzare fibre naturali molto resistenti.
  • La proverbiale resistenza e flessibilità del bambù ha portato alcuni ricercatori a sperimentare con successo l’utilizzo di questa pianta al posto dell’acciaio nella realizzazione di cemento armato. Questo comporterebbe ovviamente un minor impatto ambientale, oltre che una riduzione dei costi in quanto il bambù gigante è sicuramente più disponibile di qualunque tipo di metallo;
  • Un altro impiego ad alta sostenibilità del bambù è quello relativo allo sfruttamento delle biomasse. Il pellet di bambù possiede infatti grandissime qualità: ha costi contenuti, produce molto più calore ed è uno dei combustibili che rilascia meno sostante inquinanti nell’ambiente circostante.

Insomma, quella di bambù è sicuramente un tipo di coltivazione ad alta resa in cui ogni parte della pianta può essere utilizzata a scopo commerciale, lasciando poco o nullo materiale di scarto.

In più, le coltivazioni di bambù sono fra le più ecologiche in assoluto dunque possono essere inserite nell’ambito di programmi di agricoltura sostenibile.

Quanto costa gestire una coltivazione di bambù

I costi di gestione di una piantagione di bambù sono piuttosto limitati. Le spese più ingenti da sostenere sono infatti:

  • L’investimento iniziale per l’acquisto delle piante madri che va dalle circa 500/600 € per una coltivazione di piccole dimensioni, fino ai 15/20.000 € per le coltivazioni di bambù più grandi;
  • Il costo relativo alla realizzazione dell’impianto di irrigazione (fra i 500 e i 1.500 € a seconda del tipo di impianto) e per l’approvvigionamento dell’acqua necessaria, stimabile in non meno di 180/200 litri a pianta a settimana durante i mesi aridi.

Vediamo ad una ad una le principali voci di costo.

  • Acquisto piante madri: la spaziatura tra le piante è un fattore importante per determinare quante piante possono essere ospitate in ogni ettaro di terreno. Il numero minimo di piante con una spaziatura di circa 4 o 5 mt è quindi di circa 400. Ogni pianta può costare circa 12 euro, quindi il costo complessivo per le piante madri n una coltivazione di un ettaro è pari a 4.800 €;
  • Concime: il concime richiesto per una pianta in 1 anno è pari 10 kg. Se il costo del concime è pari a 0,30 € al Kg, il costo complessivo per un ettaro di terreno sarà pari a (0,30*10)*400=1.200 €;
  • Diserbanti, fungicidi, erbicidi e antiparassitari: hanno un costo di circa 40 € al litro, ma richiedono di essere  richiesti in acqua per cui una singola confezione può servire ad ottenere oltre 1.000 litri di diserbante. Considerando che per una pianta occorrono circa 7 litri di diserbante l’anno, dunque circa 2.800 litri l’anno per 400 piante, occorreranno da 2 a 3 litri di diserbante. La spesa è dunque stimabile in circa (40*3)=120 € per ogni ettaro.

Per concludere la spesa per ettaro di terreno nel primo anno di attività sarà pari all’incirca a= 4.800 € (acquisto piantine madri)+1.200 € (concime)+ 120 € (fertilizzante)= 6.120€ per ettaro l’anno, cui bisogna aggiungere le spese per la realizzazione dell’impianto di irrigazione (fra i 500 e i 1.500 € a seconda del tipo di impianto ), l’approvvigionamento dell’acqua e i salari dei collaboratori.

Quanto si può guadagnare con delle coltivazioni di bambù?

Veniamo ora ad un punto cruciale del coltivare bambù: il reddito previsto qual è?

Ecco subito i “numeri”:

  • Per quanto riguarda i guadagni, sul mercato oggi i germogli hanno un valore di circa 2 € al chilo, mentre i culmi sono pagati circa 12 € al chilo (almeno il doppio nel caso delle canne più pregiate);
  • Per quello che concerne quindi la rendita media, per una piantagione di circa 1 ettaro questa si aggira intorno ai 45.000 € annui, che possono arrivare anche a 70/80.000 € nel caso di coltivazioni più intensive.

Questi valori sono assicurati dal fatto che nelle coltivazioni di bambù:

  • Non ci sono materiali di scarto, ma ogni parte della pianta trova una sua allocazione sul mercato;
  • La produttività è 5 volte maggiore del normale legno da costruzione o per riscaldamento.

Occorre però tenere presente che i guadagni cominceranno a venire dopo il primo taglio, quindi non prima del quarto o quinto anno.

Quindi per i primi quattro anno il tuo investimento produrrà un rendita pari a zero e dovrai quindi anticipare integralmente i costi relativi alla gestione della piantagione.

Conviene investire nelle coltivazioni di bambù?

Per concludere, è davvero così conveniente investire in bambù gigante?

La risposta è sì, senza riserve. Questo tipo di coltivazione presenta, infatti, numerosi vantaggi economici rispetto alle coltivazioni concorrenti.

Nel caso di abete e pino, piante anch’esse usate per la produzione di legno lamellare, i benefici sono evidenti: una volta tagliato, un bosco di conifere ci metterà almeno 40 anni per essere di nuovo produttivo, mentre una pianta di bambù può essere utilizzata già dopo 4/5 anni dalla nascita.

Inoltre, come detto sopra, una piantagione di Madake non viene mai tagliata integralmente, ma sarà sufficiente tagliare ogni anno solo il 30% delle piante per avere un buon approvvigionamento e, contemporaneamente, garantire l’autoriproduzione dei germogli.

Questo ha sicuramente aspetti ecologici molto interessanti. Come sappiamo la deforestazione selvaggia comporta un depauperamento delle riserve di ossigeno.

Con il bambù questo non avviene, perché le piantagioni non vengono mai tagliate integralmente.

Stai pensando che il bambù sia destinato solo per la produzione di articoli economici? Non è così.

Oggi questo materiale è usato anche per articoli di arredamento di alto pregio e alcune case produttrici di automobili di lusso come BMW e Lexus lo hanno usato per gli interni dei loro ultimi modelli. La Asus lo utilizza da tempo per la produzione dei propri pc.

Questo fa pensare che il prezzo del bambù sia destinato in futuro ad aumentare per effetto dell’aumentata domanda da parte delle case produttrici.

Curioso ora di sapere se in campo agricolo ci siano attualmente investimenti altrettanto redditizi di quello della coltivazione di bambù? Scoprilo da te leggendo anche il nostro “Coltivare Zafferano: Consigli Utili e Pratici per la Tua Nuova Attività”.

Redazione di Intraprendere

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La redazione di Intraprendere è formata da un team specializzato in ogni aspetto riguardante il mondo dell’imprenditoria: da come acquisire il giusto mindset per iniziare alle migliori tecniche per promuovere il tuo business.

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