8 Consigli di Business a Prova di Coronavirus da Imprenditori Esperti

L’emergenza del Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’economia del paese.

Tanti si chiedono come sarà la fase 2, ma ancora non si è neanche sicuri della data in cui le attività potranno ripartire. Di sicuro sappiamo che non sarà un ritorno alla normalità immediato, ma piuttosto qualcosa di graduale.

Abbiamo chiesto a esperti e imprenditori un consiglio pragmatico per sfruttare questo periodo di reclusione e poter ripartire con più slancio non appena ne avremo l’opportunità.

Ecco cosa ci hanno detto

Anna Maria Siccardi

Imprenditrice e fondatrice di Rete del Dono

 

Cerca di capire la tua community di riferimento di cosa ha bisogno in questo momento e cerca di allinearti ai suoi bisogni.

Se non sei strutturato per soddisfarli cerca di farlo rapidamente, e se non ci riesci metti in discussione il tuo modello di business e di comunicazione, se non riesci a offrire niente a nessuno in questo momento vuol dire che nel tuo modello c’era qualcosa che non funzionava già prima.


 

Gabriele del Mese

Informatico imprenditore in Atlantic Moon

 

In che modo trasformare una crisi in una opportunità ?

Liberandoci di quello che i giapponesi definiscono “muda” ovvero “attività improduttive”.
Capita in ogni azienda di avere problemi ingestiti che vanno ad ingolfare l’elenco delle attività di cui non ci si riesce ad occupare durante la normalità.

Un periodo come quello che stiamo vivendo è ideale per far cadere ogni eventuale alibi ed affrontare tutti i problemi, gli sprechi e le inefficienze che non abbiamo la forza di risolvere in altri momenti.

Rendere le organizzazioni più efficienti oltre ad evere eventuali benefici di tipo finanziario ci aiuterà ad essere più elastici rispetto ai cambiamenti che il mondo sta preparando per noi.

Qualcosa cambierà intorno a noi, non sappiamo ancora cosa ma abbiamo il dovere di farci trovare preparati!


Luca Russo

Imprenditore e investitore digitale – CEO & Founder @ Performoney

 

Mi fa piacere condividere 4 riflessioni da tenere a mente per l’evoluzione del “piano marketing” di una azienda in questo particolare periodo:

1. Il ritorno dei media tradizionali e dell’informazione: gli old media sono entrati nella dieta anche di quella audience “pura digitale” che prima non li digeriva, sostituendo l’esperienza off-line definita “omni-channel” con una esperienza “cross-channel”: non si vive di sola comunicazione digitale.

2. L’evoluzione dei comportamenti digitali: l’accelerazione nell’adozione di strumenti digitali significherà anche una consuetudine di utilizzo all’approvvigionamento di beni e servizi online: bisognerà ampliare il target della comunicazione online includendo anche questa nuova fascia di popolazione più agée.

3. I cambiamenti delle persone: è ancora presto per comprendere le modifiche strutturali nel modo di agire e le relative relazioni di consumo, tuttavia è necessario osservare costantemente e muoversi con rapidità per assicurarsi di ripartire con “le vendite”.

4. Il ruolo dei brand: anche i posizionamenti storici dei brand più immutabili adesso rischiano di essere percepiti come dissonanti rispetto al contesto (es. frequent flyer, nightlife, ecc.): può essere una buona occasione per allargare lo spettro valoriale del brand così da evitare di perdere i benefici di tutti i passati investimenti pubblicitari e quindi di generare un ricordo reputazionale opposto.


 

Giuseppe Tempio

Imprenditore digitale fondatore di Performoney

 

L’unica costante è il cambiamento, e innanzitutto bisogna partire da questo: dal giusto mindset.

Le nostre aziende stanno vivendo un momento straordinariamente eccezionale, ma pensare che sia un caso isolato è la peggiore convinzione che possiamo avere, perché ciclicamente viviamo dei momenti di questo tipo.

La diffusione del www ed il boom degli e-commerce, la globalizzazione e adesso l’emergenza Covid sono sicuramente i principali esempi avvenuti tutti nell’ultimo ventennio.

La peggiore scelta che un imprenditore, un manager o chiunque voglia essere artefice del proprio destino possa fare è proprio quella di sedersi ed aspettare che la tempesta passi. Perché la tempesta passerà di certo, ma quando accadrà lascerà un panorama molto differente da quello che conoscevamo.

Ogni crisi genera delle opportunità, e l’unico modo per coglierle è mettersi lì a studiare, leggere, scambiarsi opinioni, e tentare nuove strade. Adesso, perché quando tornerà il sereno sarà già troppo tardi.


 

Farhad Alessandro Mohammadi

Startupper e fondatore di Mamazen

 

E’ difficile dare un consiglio univoco e universalmente valido agli imprenditori per “sopravvivere” a questa crisi.

Nel Sun Tzu si dice che “Ordine e caos dipendono dall’organizzazione” e ancora che ” La lotta è caotica eppure non si è soggetti al caos”.

Le crisi sono caratterizzate dal caos perché sono un momento di passaggio da un “vecchio ordine” a un “nuovo ordine” delle cose. E’ necessario osservare e, sempre citando il Sun Tzu “non guadare il fiume ma aspettare che la corrente si calmi“.

Certamente in questa fase è necessario ripensare il proprio business navigando per cosi dire “a vista” per la visibilità che è possibile avere in questo momento.

Io, personalmente distinguo le azioni che intraprendo in qualunque momento della vita aziendale e, sopratutto in questo momento in “pezze” e azioni di lungo termine. Per “pezze” intendo azioni di azioni di breve termine a scopo contenitivo. Banalmente in questo momento è importante contenere le uscite finanziarie e fare scorta di cassa con vari strumenti.

Ad esempio, nel caso di un negoziante (ma di azioni di questo tipo ne stiamo vedendo alcune) è importante ridurre le spese di qualunque tipo al massimo e incentivare il delivery (è un azione ovvia e molte attività si sono mosse in tal senso). E’ chiaro che, anche un’azione semplice come quella sopra deve sottostare ai principi di P&L (inutile fare azioni che mi portino via più soldi di quelli che mi fanno entrare).

Per quanto riguarda le azioni di lungo termine come giustamente mi ha suggerito Anna Siccardi è il momento di osservare i segnali che arrivando dal mercato e essere pronti a “cavalcare l’onda” quando essa arriva. Le azioni di lungo termine non sono programmabili in un momento di caos quindi niente entusiasmi per trend di mercato che si presentano in questo momento di foschia (ne negativi ne positivi).

Momento utile per ripensare a come ottimizzare e rendere più snella e più efficiente la propria barca – da leggere azienda – per il futuro sconosciuto che ci sta danzando davanti. Aggiungo un altro verso di un libro che amo molto – l’Hagakure – che dice “quando l’acqua sale la barca si alza”.


 Alessandro Cirinei

Imprenditore e Commercial Manager at Experian

 

Sicuramente un inevitabile effetto della crisi riguarderà il calo degli investimenti: sarà più difficile reperire fondi e trovare le risorse per sviluppare nuove idee.

Gli investitori tuttavia non si fermeranno completamente, ma si focalizzeranno su quelle aziende che sapranno affrontare questa crisi. Valuteranno con attenzione realtà che operano in settori che possono “andare incontro” alla crisi con prodotti e servizi in grado di risolvere le mutate esigenze d’imprese e lavoratori.

Al contempo, considerato che le start-up assumono in media circa 4 volte in più rispetto alle aziende consolidate e possono dare un impulso all’economia post crisi, è probabile che i vari governi introducano incentivi e sgravi fiscali per favorire la ripresa.

Ne consegue che questo è il momento giusto per riflettere e sviluppare una “vision” diversa, che tenga presente dei mutamenti che sicuramente la crisi covid-19 apporterà.


 

Ezio Massucco

Consulente PR e Giornalista

 

E’ esercizio che richiede una certa dose di ottimismo quello di guardare in termini di opportunità all’impegnativa sfida che l’emergenza di queste settimane può rappresentare per un mondo – quello del giornalismo e dell’editoria in generale – già alle prese con una difficile fase di transizione da ben prima che il Covid-19 arrivasse a stravolgere le nostre vite.

Eppure è un esercizio che non si può pensare di eludere, se è vero che dietro a ogni crisi, anche quelle più epocali, si celano occasioni irripetibili per chi sia capace di coglierle, ma soprattutto non potendo immaginare una fase di ricostruzione e ripresa che possa prescindere da una forte presenza di attori dell’informazione organizzati, autorevoli e preparati alle sfide del futuro. Capaci quindi di dare risposte credibili agli interrogativi di società il cui sviluppo sarà sempre più legato alla circolazione di idee e conoscenza.

In questa direzione fanno ben sperare le importantissime audience che i media già orientati al digitale stanno facendo registrare in questa fase di emergenza, mentre al contrario fatica chi in questi anni ha guardato alle nuove tecnologie come a una minaccia piuttosto che a una risorsa ormai irrinunciabile, mentre sullo sfondo rimane insoluto l’enorme tema legato alla ricerca di nuovi modelli di business, capaci di remunerare in modo adeguato chi opera in termini professionali per produrre le informazioni che il pubblico richiede.


 

Davide Marciano

Fondatore di Affarimiei

 

Quello che stiamo vivendo è un cambiamento epocale che modificherà definitivamente le nostre vite in una maniera che ancora non ci è nota del tutto.

Processi che erano già in corso come la digitalizzazione, il lavoro a distanza, le consulenze online, l’automazione e la disintermediazione subiranno un’accelerazione inevitabile e la “normalità” a cui torneremo sarà un nuovo equilibrio nel quale bisogna puntare ad essere protagonisti.

Professionisti e imprese che vogliono continuare ad essere sul mercato non dovranno di certo mettere da parte i fondamentali del proprio business e del proprio marketing ma, probabilmente, saranno chiamati a modificare il business model, i canali distributivi e, nei casi più radicali, le modalità di erogazione del proprio prodotto o servizio.

I cambiamenti portano nuove opportunità per professionisti e imprenditori e sarà così anche stavolta.

Alla luce della mia esperienza, credo che la cosa migliore da fare dopo la riapertura sia andare sul mercato immediatamente con una versione Mvp del proprio prodotto o servizio interamente fruibile online, se non esiste ancora, così da avere un riscontro rapido dalla propria clientela e dai prospect precedentemente acquisiti.

Se il proprio business è già digitalizzato, già la fase del lockdown è fondamentale per mantenere o rafforzare la relazione con il proprio target di riferimento.

I nostri clienti sono persone, come noi portano dentro paure, speranze e aspettative ed hanno problemi da risolvere indipendentemente dal “come” si svolgerà la nostra vita in futuro.

Esserci e farlo percepire, oggi più che mai, è la priorità.


 

Insomma nonostante la difficoltà del periodo gli imprenditori hanno anche speranza nel futuro.

La flessibilità permette agli imprenditori di agire in maniera immediata e, nonostante muoversi velocemente nell’incertezza possa portare a commettere errori, è l’unica strada perseguibile.

Le crisi aprono sempre la strada a nuove opportunità, quindi il modo migliore per reagire è seguire uno dei tanti consigli e applicarlo da subito.

Anna Porello

Anna Porello

Imprenditrice digital e cuore pulsante di Intraprendere. Fonda la sua prima startup di entertainment geolocal nel 2006 venduta a una nota azienda italiana. Dopo anni come consulente nei processi di digitalizzazione di grandi imprese, decide di dedicarsi a Intraprendere.net, che co-fonda nel 2016.

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