Quando mettersi in proprio diventa una buona idea?
Tantissime sono le motivazioni che possono esserci dietro la scelta di diventare un imprenditore. Tuttavia, oltre alle motivazioni è importante valutare se ci sono tutti i presupposti per costruire un business sostenibile e tale da attrarre gli investimenti necessari per finanziarlo.
Molto spesso si sopravvaluta la propria esperienza e si tende a pensare cose del tipo “se ho sempre venduto questo prodotto per conto di altre aziende, non vedo perché non dovrei riuscirci per la mia azienda”.
Talvolta si sbaglia a selezionare i propri soci, i collaboratori o addirittura ci si affida a investitori che non hanno le caratteristiche giuste per sostenere adeguatamente l’impresa. Oppure, un altro errore comune, è quello di non pianificare il business nel suo insieme e in tutte le sue sfaccettature, affidandosi troppo al proprio istinto commerciale o all’eccessivo ottimismo sui benefici che il proprio prodotto potrà portare ai clienti.
Detto questo, lungi da me voler far credere che, per mettersi in proprio, è necessario investigare ogni minimo dettaglio per minimizzare il rischio che qualcosa vada storto.
È semplicemente impossibile pensare di eliminare totalmente il rischio d’impresa e pensare di voler accertarsi che il business sarà profittevole e che niente po’ sfuggire al controllo è un’utopia che spesso porta a procrastinare.
Nel passato ho conosciuto molte persone che non sono mai partite proprio perché hanno tergiversato troppo.
Quando mettersi in proprio: 7 dritte per capire se stai per fare il passo giusto
Questa checklist non è basata solo sull’esperienza, ma anche sui racconti di tanti start-upper che ce l’hanno fatta anche partendo con business plan rudimentali e con alcune incertezze che hanno saputo superare nel tempo.
1. Misura il tuo livello motivazionale e quanti soldi vuoi rischiare per avere successo
Nel farlo, pensa al peggior scenario possibile e cerca di capire quanto sei disposto a sacrificarti per superare tutte le difficoltà e arrivare al successo. Quante ore lavorerai?
Quanto puoi investire e quanto pensi di guadagnare nel primo anno? Che ne pensa la tua famiglia? Fino a che punto puoi uscire dalla tua area di comfort per portare avanti la tua azienda?
2. Assicurati che si tratti del business giusto per te
Questa è una vecchia ma ancora validissima teoria. Il segreto non sta nell’idea in se ma nella certezza di poter essere in grado di trovare dei bisogni che puoi soddisfare, che vuoi farlo e che ciò potrà produrre un profitto.
Uno degli sbagli più frequenti che le start-up fanno è assumere che molte persone vorranno acquistare un prodotto o un servizio solo perché all’imprenditore piace l’idea e sa che ci sono alcune imprese che lo comprerebbero. Non basta!
Approfondire il prodotto con tanti prospect, classificati adeguatamente, e comprendere se e quanto i potenziali clienti sono disposti a pagare per vedersi i proprio bisogni soddisfatti è di fondamentale importanza. Qualsiasi business si fonda su delle assunzioni che devono essere validate e su elementi di rischio che vanno mitigati.
3. Conosci i tuoi concorrenti
A volte capita che un imprenditore creda di non avere competitor. Crede di aver innovato a tal punto che nessuna altra impresa possa soddisfare gli stessi bisogni dei clienti.
La realtà è che i concorrenti potrebbero essere dietro l’angolo, potrebbero arrivare dall’estero o la tua stessa azienda potrebbe stimolare la nascita della concorrenza.
In ogni caso, lo studio approfondito dei tuoi vantaggi competitivi è di fondamentale importanza ed è un task da completare prima di decidere di lanciare la propria start-up.
4. Pianifica i tuoi obiettivi e stabilisci i tuoi fabbisogni operativi
A meno che tu non necessiti di investimenti significativi, la realizzazione di un business plan super dettagliato non è fondamentale prima di partire. Tuttavia diventa una risorsa indispensabile appena sei partito.
Ciò che invece è determinante nella scelta di mettersi in proprio è la definizione degli obiettivi.
Cosa vuoi ottenere e qual è la tua roadmap per il successo?
È ovvio che il tuo piano potrebbe cambiare man mano che studi la concorrenza, i clienti, il modello di business, il pricing e via dicendo… Ma la pianificazione degli obiettivi è ciò che serve per restare focalizzato.
Sovente un imprenditore si focalizza però solo su cosa deve essere venduto e a chi, ma non considera come il business dovrà operare.
Per fare un esempio nel caso di un’ecommerce. Come hai pianificato la consegna dei prodotti? Come gestirai la customer experience? Di quante persone avrai bisogno per gestire il supporto? Come gestirai la fatturazione e l’amministrazione? Come hai intenzione di gestire la manutenzione dello splendido sito che hai progettato?
5. Parti senza strafare e rifletti sulla scalabilità
Non è vero che un imprenditore deve essere un amante del rischio, tutt’altro! A un imprenditore lungimirante non piace camminare bendato su un tetto scivoloso.
Limitati a elaborare una strategia ambiziosa ma fai partire un’idea testando un “minimum viable product” in grado di permetterti di vendere la tua idea agli investitori. Se ti senti pronto per generare scalabilità ti sei accertato che la marginalità sia garantita, è il momento giusto per provare a diventare un imprenditore.
6. Non lasciare che gli errori ti demoralizzino
Un obiettivo può essere raggiunto anche commettendo degli errori, purchè si abbia la capacità di imparare dagli stessi.
Demoralizzarsi o dare la colpa all’economia, ai collaboratori o ai fornitori è del tutto distruttivo mentre è fondamentale imparare dagli altri per trovare percorsi alternativi.
Studiare la concorrenza, lasciarsi indirizzare da un programma di mentorship, acquistare corsi di valore proposti da esperti del tuo settore o frequentare eventi e programmi formativi per mantenere uno standard di conoscenza elevato sono azioni che limitano il margine di errore e favoriscono la capacità di avere sempre un piano B.
Se credi di poter gestire gli errori e i fallimenti senza perdere di vista la tua missione, allora sei pronto per intraprendere un’attività imprenditoriale.
7. Sei in grado di metterti in gioco?
Qualunque cosa tu abbia fatto prima di diventare uno start-upper, che tu sia stato uno studente o un manager di una multinazionale, devi fare uno “switch” mentale e comportamentale, e sapere che dovrai metterti in gioco sotto tutti i punti di vista.
Prima di tutto dovrai metterti in gioco con i potenziali investitori, conoscerli e comprendere le loro esigenze e le loro aspettative. In secondo luogo, sarai il leader carismatico e dovrai metterti in gioco con i tuoi soci e collaboratori per condividere dar loro la motivazione necessaria.
Dovrai metterti in gioco anche per rappresentare la tua azienda nei confronti dei media, delle istituzioni pubbliche, dei fornitori e soprattutto dei potenziali clienti.
Sarai indubbiamente il protagonista, e non dovrai esitare a comunicare credibilità, entusiasmo e soprattutto la tua vision. Ma la sfida più importante è quella di condurre la tua impresa verso il successo senza perdere di vista la tua idea di prodotto e la sua evoluzione in base alla comprensione delle esigenze dei tuoi clienti.