Vorresti capirne di più del bilancio d’esercizio della tua azienda? Niente paura, in questa guida ti spiegheremo passo passo come preparare e leggere il Conto Economico, uno degli elementi cardine del bilancio aziendale.
La normativa civilistica e la prassi contabile nazionale ed internazionale prevedono la redazione e la stesura del bilancio di esercizio che rappresenta un “pacchetto” di documenti contabili e di comunicazione economico-finanziaria aziendale.
Come ribadito dal Codice civile, il Bilancio contabile d’impresa è costituito, ai sensi degli articoli 2423-2435 Bis della disciplina civilistica, dai seguenti prospetti contabili:
Stato Patrimoniale
Conto Economico
Nota Integrativa.
Tra i prospetti contabili che un’impresa è tenuta a redigere in un esercizio fiscale figura il Conto Economico, la cui compilazione pone in evidenzia la formazione del risultato economico d’esercizio che può assumere un valore positivo (utile) o negativo (perdita).
Ecco perchè risulti molto importante approfondire che cosa sia il Conto Economico e come si rediga, ovvero quale sia lo schema generale di classificazione, le macroclassi e le varie sottovoci che lo costituiscono.
Il Conto Economico è uno degli schemi contabili che insieme a Stato Patrimoniale e Nota integrativa costituiscono il Bilancio d’impresa.
Lo stesso prospetto contabile risulta essere disciplinato dall’articolo2425 del Codice civile, che riporta tassativamente la struttura delle macroclassi e delle sotto voci dello schema economico.
Dalla lettura delle componenti di Conto Economico si annovera la presenza delle componenti reddituali positive (ricavi) e di quelle negative che comportano uscite (costi) dalla cui differenza, mediante una serie di risultati intermedi scaturenti dalle varie gestioni aziendali, si perviene alla formazione del reddito di esercizio.
Occorre fare una precisazione utile per capire la buona sostanza di come si redige un Conto Economico: la normativa civilistica italiana sottolinea che nel prospetto economico “si possono indicare solamente gli utili realizzati alla fine dell’esercizio” (art. 2423 Bis, n.2 cod. civ.).
È necessaria quindi una buona dose di prudenza nella descrizione e nella traduzione monetaria dei fatti amministrativi.
Perché si redige il Conto Economico
Per quanto concerne il perchè si redige il Conto Economico, occorre richiamare quanto sancito dalla buona prassi contabile.
La stessa ritiene necessaria la possibilità di individuare i risultati intermedi che promanano dalle diverse aree gestionali (caratteristica, accessoria, finanziaria, tributaria) in modo tale da evidenziare i componenti positivi e negativi che hanno concorso alla formazione della voce di reddito d’esercizio.
Per una qualsiasi impresa (di qualunque dimensione) è bene mettere in evidenza se in un anno solare la stessa sia stata in grado di produrre utili o perdite.
Questa voce contabile influisce sulla formazione del capitale netto, voce patrimoniale riportata nella Sezione Passività nello Stato Patrimoniale.
Lo schema civilistico del Conto economico è uno schema “a costi e ricavi integrali” in cui le voci che costituiscono l’area del valore della produzione (macroclasse A) sono eterogenee e non consentono di pervenire ad una netta distinzione tra area caratteristica, finanziaria ed accessoria.
Infatti, il Conto economico civilistico non contempla un’esplicita area accessoria e si presenta “confusa” con quella caratteristica.
Infatti, gli analisti finanziari procedono con la riclassificazione del Conto economico per ottenere la voce di reddito operativo, grandezza importante per il calcolo del ROE e ROI.
Il Conto economico civilistico costituisce una “base” di partenza per pervenire alla riclassificazione delle voci contabili per costruire indici di bilancio utili per una lettura più analitica dei risultati economici, promananti dalle varie aree gestionali.
Voci e sottocategorie del Conto Economico
Come già ricordato in precedenza la struttura del Conto Economico “scalare” contemplata all’interno del Codice civile (articolo 2425), pone in evidenza 4 sezioni contraddistinte da una lettera maiuscola e classifica i costi per natura.
Macroclasse A: Valore della produzione
La prima macroclasse A sintetizza in termini monetari il Valore della Produzione e non solo dei Ricavi delle vendite e delle prestazioni che contribuiscono come sottovoce 1. alla sua formazione.
Al calcolo della macroclasse A concorrono le variazioni delle rimanenze dei prodotti in corso di formazione (sottovoce 2.), le variazioni dei lavori in corso su ordinazione (sottovoce 3.), incrementi di immobilizzazioni per lavori interni (sottovoce 4.) e altri ricavi e proventi (sottovoce residuale 5.).
Come si può ben comprendere all’interno della macro classe A sono compresi tutti i ricavi di vendita oltre a altri proventi ed elementi reddituali positivi derivanti dalla gestione extracaratteristica.
Macroclasse B: Costi della Produzione
All’interno della macroclasse B: Costi della produzione si annoverano tutte le voci di oneri e componenti negative che incidono sulla gestione caratteristica ed extra caratteristica.
I costi di produzione includono tutti gli oneri e componenti negativi che incidono sulla gestione.
Tra le nove sottovoci che rientrano in B si annoverano: costi per materie prime, semilavorati, rimanenze, servizi, godimento di beni di terzi, per il personale, TFR, ammortamenti e svalutazioni, oltre agli “oneri diversi di gestione” (sottovoce 14.)
Ben si comprende che la macroclasse B contempli al proprio interno costi classificati pernatura (materie, servizi, ammortamenti etc.) e non per destinazione funzionale. In questo modo il prospetto non evidenzia quali siano le funzioni aziendali che utilizzano ed impiegano i vari input.
La differenza che scaturisce tra le prime due macroclassi (A-B) è assimilabile alla grandezza economica del risultato operativo globale.
Macroclasse C: Proventi ed oneri finanziari
La macroclasse C,costituita da 4 sottovoci, include componenti reddituali relativi alla gestione dei finanziamenti (interessi attivi su crediti e interessi passivi su debiti) e delle attività finanziarie (dividendi, interessi su titoli posseduti, etc.) che hanno comportato una manifestazione numeraria, oltre alle differenze (positive/negative) sui cambi.
Macroclasse D: Rettifiche di valore di attività finanziarie
La classe D comprende tutti i componenti reddituali positivi e negativi che non riflettono costi e ricavi derivanti da operazioni che l’impresa conclude con i terzi.
Si tratta di due sottovoci rettificative (svalutazioni/rivalutazioni) che scaturiscono dalle rilevazioni contabili di assestamento a fine esercizio, dopo aver applicato i criteri di valutazione delle attività di natura finanziaria.
(Ex) Macroclasse E: Proventi ed oneri straordinari
Precedentemente al 1º gennaio 2016, lo schema contabile del Conto economico annoverava al suo interno un’ulteriore macroclasse E: Proventi ed oneri straordinari, che è stata soppressa in seguito alle revisioni normative (d. lgs 139/2015).
La stessa macroclasse includeva i componenti straordinari del reddito per distinguerli a quelli precedenti.
Risultato ante imposte e carico fiscale
Prima di pervenire al calcolo del risultato contabile d’esercizio, lo schema calcola un Risultato ante imposte scaturente dalla sommatoria dei componenti positivi e negativi delle 4 macroclassi.
Successivamente alla voce 22 si procede con il calcolo del carico fiscale secondo la normativa TUIR e si perviene all’utile o perdita d’esercizio.
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