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Chi è l’Imprenditore? Ecco i 5 Motivi per Cui Fare l’Imprenditore è Molto Diverso dal Fare il Manager Dipendente

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Chi è l’imprenditore? Cosa fa un imprenditore di diverso rispetto ad un manager?

L’obiettivo di questo articolo non è certo quello di stabilire se il lavoro imprenditoriale sia più o meno stressante, più o meno remunerativo o più o meno affascinante di quello dipendente.

Vogliamo altresì soffermarci sulle differenze sostanziali che esistono e che vanno ben oltre le mansioni. Si tratta di due stili di vita professionale e di due modi diversi di intendere il lavoro ed è importante conoscerli per evitare di prendere alla leggera un eventuale passaggio.

Passare da essere un manager alla vita imprenditoriale non è poi complicato e sovente chi ha avuto esperienze alle dipendenze di multinazionali hanno dei vantaggi in termini di disciplina e di capacità organizzative.

In un buon numero di casi però, l’ex manager fatica a pensare come un imprenditore, non comprende fino in fondo il rischio d’impresa e può incontrare delle difficoltà a lavorare in un ambiente destrutturato.

Molto più complesso il percorso inverso. Chi ha fatto l’imprenditore trova molto problematico acquisire la fiducia di una società di selezione in primis, e di un datore di lavoro in generale. Per l’appunto viene giudicato inadeguato perché non abituato a lavorare in un ambiente organizzato, inaffidabile perché non propenso a rispettare regole e gerarchie, rischioso a causa di una presunta incapacità di fidelizzarsi all’azienda.

Talvolta queste preoccupazioni sono giustificate, ma esistono casi esemplari di tanti ex-imprenditori che si sono rivelati manager eccezionali proprio per la capacità di trasmette agli altri la loro visione e la loro tenacia.

Chi è l’imprenditore? I 5 tratti che lo differenziano da un manager

Vediamo quindi quali sono le differenze più rilevanti:

1. La percezione del compenso

Un manager dipendente sa bene che ogni mese riceverà uno stipendio e periodicamente avrà la possibilità di portare a casa dei premi e/o delle provvigioni. Lo stipendio annuo lordo è la misura inequivocabile che definisce il suo valore, oltre naturalmente al ruolo, al livello e alle dimensioni del team che gestisce.

Lo stipendio è una certezza se gli obiettivi propri e aziendali sono raggiunti, ma è sempre lo stipendio a determinare molto spesso il cambio di lavoro. Molto difficile che un manager accetti un cambio alla pari a prescindere dalla sfida che gli si pone davanti.

Ovviamente un manager assunto aspira a migliorare le proprie entrate ma sa che tale miglioramento è legato alla seniority, all’aumento della responsabilità o, giustappunto, a un cambio di lavoro. 

L’imprenditore non si pone il problema della ricorrenza di uno stipendio ma ha in mente la sua missione. Ha la facoltà di scegliere come essere pagato e quando, a seconda delle priorità e delle disponibilità della sua azienda. Può decidere di puntare al dividendo o di monetizzare periodicamente in base ai risultati. 

Ciò che è certo è che l’imprenditore è più predisposto al sacrificio, ma più assillato dalla prospettiva di fare fortuna, come un minatore che passa il tempo a setacciare il fiume per cercare l’oro.

L’imprenditore è disposto alla rinuncia pur di raggiungere il suo obiettivo nei tempi che si è pre-fissato. Il Manager aspira a crescere professionalmente perché sa che la crescita arriverà con uno stipendio più elevato.

2. La propensione al rischio

Il rischio che corre il manager dipendente è quello di non raggiungere i propri risultati e vedersi ridimensionato come ruolo e nel proprio guadagno.

Un manager, per quanto senior e abilitato a prendere decisioni, riporta sempre a qualcuno e segue sempre una politica dettata da altri. Se l’azienda decide di ristrutturare, deve farlo al meglio e ottimizzare i costi. Se gli obiettivi sono ambiziosi, deve saper motivare le proprie risorse e spingere sull’acceleratore.

L’imprenditore è cosciente che deve assumersi dei rischi e ciò fa parte della sua natura. Le sue decisioni devono naturalmente essere ben ponderate e volte a mitigare il rischio, ma questa componente è sempre presente nelle sue scelte perché l’imprenditore ha investito nella propria azienda e ne è il proprietario.

Il manager gestisce e condivide il rischio con altri, l’imprenditore lo calcola e lo metabolizza. 

3. La visione del proprio futuro 

Il manager guarda l’anno fiscale e lo scompone in quarter, in mesi e persino in giornate. Il futuro è limitato dagli obiettivi e dall’andamento del mercato in quell’anno. Sa che se le cose si mettono bene ci saranno delle soddisfazioni economiche e professionali, e se si mettono male sarà il caso di dare una sistemata al proprio CV e rispondere alle chiamate dei cacciatori di teste.

Un buon manager è fedele all’azienda per cui lavora, specialmente se tutto va per il meglio, ma sa anche che la sua permanenza è legata ad un ciclo che prima o poi finirà. 

Il manager vede il futuro come evoluzione professionale in modo indipendente dall’azienda. Al contrario, il futuro dell’imprenditore e della propria impresa coincidono. L’imprenditore è il custode della visione aziendale ed è assolutamente cosciente delle responsabilità che derivano dalla capacità di determinarne il futuro. 

In altre parole, per un manager, il futuro a breve termine è legato a quello dell’azienda per cui lavora, per un imprenditore, il futuro a lungo termine della sua impresa è indissolubilmente legato al suo.

4. La gestione delle priorità

Un manager esperto è un vero e proprio artista nella gestione delle priorità nella misura in cui, le stabilisce con scopo di pianificare il raggiungimento dei propri obiettivi.

Un dipendente si vede spesso le proprie priorità imposte dai superiori e sa bene che il suo tempo è legato all’orario di ufficio che il sabato e la domenica sono da dedicare a hobby e famiglia.

Per un imprenditore invece, gestire le priorità è decisamente legato allo stato di salute dell’azienda, non esistono orari o giorni festivi ma ci sono solo opportunità di fare affari.

Un manager proattivo sa effettuare previsioni eccellenti e centrare tutte le scadenze restando nei tempi in cui è prevista la sua operatività. Un imprenditore non può permettersi di rimandare niente e rimane sempre e costantemente operativo.

5. La sfera di attività

Questo è un aspetto che può apparire scontato, ma in realtà si porta dietro molte conseguenze. Un manager solitamente lavora in un ambito ben preciso, con dei confini dettati dalla sua funzione aziendale e con delle mansioni pre-determinate.

Ciò non significa che un manager esperto possa avere competenze multi-disciplinari e trovarsi a suo agio anche nello svolgere compiti che non sono direttamente collegati alla sua sfera di attività. Al contrario, i percorsi di crescita spesso prevedono la cosiddetta “job rotation” proprio per fare in modo di migliorare le competenze dei dipendenti in più aree.

Ma un manager resta legato indissolubilmente alla divisione che gestisce e, anche se dovesse assumere il ruolo di amministratore delegato, il suo obiettivo è quello di saper delegare al meglio le attività strategiche ai suoi diretti riporti.

Un imprenditore invece deve avere una conoscenza diretta delle principali funzioni che regolano la sua impresa e non deve aver timore di sporcarsi le mani. Se la vicinanza al prodotto è essenziale, un imprenditore non può prescindere dal commerciale, dal controllo di gestione e persino dall’amministrazione e dagli aspetti legati alla sfera legale.

Sebbene la capacità di delegare resta cruciale anche per un imprenditore, la differenza è che quest’ultimo deve avere il polso di tutto ciò che succede in azienda e, per raggiungere questo scopo, è importante che abbia una buona infarinatura di tutte le discipline che può essere maturata solo con un’esperienza diretta sul campo.

Ma l’imprenditore è anche un leader, deve essere in grado di saper inspirare i propri collaboratori. Se vuoi approfondire questo aspetto clicca qui e scopri come sviluppare una vera leadership.

Alessandro Cirinei

Alessandro Cirinei

Alessandro Cirinei Commercial Solutions Manager Italy, Balkans, CEE, Turkey & Middle East di Experian. Fonda la sua prima azienda nel 2007, Xool e contribuisce successivamente al lancio di UrbanPost, Sercanto e Via Calzabigi. Collabora con fondi di venture ed acceleratori in qualità di "mentor" e temporary manager all'interno di numerose start-up, oggi è Commercial Solutions Manager Italy, Balkans, CEE, Turkey & Middle East di Experian

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