Stili di Leadership: Come Dovrebbe Agire Ogni Leader in Azienda

Leadership guida

La parola “leadership” evoca una serie di immagini fra cui un capo politico alla guida di un partito, un esploratore che conduce un missione nella giungla, un manager che sviluppa una strategia per battere la concorrenza. Questo articolo si concentra sul modello occidentale di leadership individuale all’interno delle organizzazioni aziendali e riguarda, in particolare, la gestione dei collaboratori sul posto di lavoro.

Ma cos’è realmente la leadership? Che abilità deve possedere e cosa fa realmente un leader? A queste ed altre domande relative agli stili di leadership esistenti risponderemo nei paragrafi che seguono, perciò se vuoi scoprire se possiedi la stoffa per diventare un leader, sei capitato proprio nel posto giusto.

1. Cos’è realmente un leader

I leader, almeno in campo aziendale, sono persone che aiutano sé stessi e gli altri a fare la cosa giusta. Essi fissano la direzione, costruiscono una visione ispiratrice e, da ultimo, creano dal niente qualcosa di nuovo. In poche parole, potremo definire la leadership come una sorta di mappa o bussola che indica ad un gruppo o ad una squadra come fare a raggiungere la propria destinazione o obiettivo.

C’è da dire però che questa non è l’unica definizione di leadership ma è quella fornita dal modello di “leadership trasformazionale“, in cui l’attenzione si concentra sulle leve emozionali che il leader mette in campo per motivare i propri collaboratori: secondo questo modello, l’azione del leader porta alla fine alla rottura degli schemi e all’innesco di un processo innovativo che favorisce il cambiamento di regole e procedure.

Questo modello si contrappone a quello della “leadership transazionale” in cui invece il processo di leadership mira al mantenimento dello status quo in quanto la gestione dei collaboratori si basa fondamentalmente sul potere negoziale del leader di distribuire premi e ricompense.

Fra poco vedremo quali sono le abilità che un leader deve possedere per essere efficace, ma per il momento concentriamoci su un altro aspetto della leadership, vale a dire il fatto che di stili di leadership non ne esiste uno solo ma tanti quante sono le situazioni in cui la stessa leadership si applica: esistono quindi la leadership della comunità, la leadership religiosa, la leadership politica e così via a seconda che l’azione del leader si applichi sui membri di una comunità, di una congrega religiosa o di un partito.

Nel nostro caso il campo di riferimento è quello delle organizzazioni di tipo aziendale, dunque i tipi di leadership cui faremo riferimento sono quelli associati alla gestione dei processi produttivi e alle dinamiche aziendali.

Tieni presente infine che uno degli assunti di base del modello di leadership situazionale appena descritto è che i manager che occupano ruoli di leader all’interno delle aziende utilizzano stili di leadership diversi a seconda della situazione in cui si trovano e che spesso gli stili da utilizzare devono essere modulati sulla base delle caratteristiche e delle motivazioni delle persone su cui egli esercita il suo ruolo di guida.

2. Cosa fa un leader

Ma cosa fa di fatto un leader? Secondo il modello di leadership trasformazionale, in cui l’obiettivo finale è il cambiamento di regole e procedure volto al miglioramento dell’attività aziendale, un leader efficace possiede le  seguenti abilità:

2.1. Crea una visione creativa del futuro

All’interno delle organizzazioni aziendali, una visione (la vision) è una rappresentazione realistica, convincente e attraente di dove si vorrebbe posizionare la propria azienda in futuro. Questa visione fornisce la direzione, le priorità e gli obiettivi da raggiungere: è evidente quindi come il ruolo di creare questa “vision” spetti a figure carismatiche dotate di particolari competenze all’interno dell’azienda, cioè i leader.

Utilizzando l’analisi SWOT ed altri strumenti analitici molto efficaci, i manager che occupano una posizione di leadership hanno il compito di individuare come il loro settore è destinato ad evolversi. Niente deve essere lasciato al caso, tutte le variabili devono essere contemplate, compresi i rischi dell’adozione di alcune strategie e le possibili contromosse della concorrenza.

Una volta che hanno sviluppato questa visione, i leader devono renderla attraente e convincente in modo che sia abbracciata dal resto del gruppo.

2.2. Motiva le persone a impegnarsi

Una visione convincente fornisce dunque le basi per la leadership. Ma un leader deve anche essere capace di motivare e ispirare i componenti del gruppo a impegnarsi per conseguire quella stessa visione. Ogni volta che si avvia un progetto tutta la compagine aziendale è di solito entusiasta; col tempo però tale entusiasmo tende a scemare per cui un bravo leader deve saper motivare le persone per tutta la durata del progetto.

Le tecniche per farlo sono molteplici: alcuni leader possono ricorrere al loro carisma naturale, oppure alla distribuzione di premi e incentivi materiali e immateriali (ad esempio l’assegnazione di compiti e mansioni particolari). Tuttavia i leader più esperti usano poco questo genere di strumenti in quanto preferiscono fare leva sugli aspetti emozionali e sulla condivisione di valori comuni.

2.3. Gestisce il gruppo affinché si muova nella giusta direzione

I leader devono essere abili a gestire il gruppo affinché si muova vero l’ottenimento di quella visione creativa indicata all’inizio. Per fare questo essi possono agire da soli o avvalersi di alcuni delegati, i quali a loro volta assumeranno un ruolo di leader.

Questo complesso sistema di leadership, che è alla base del corretto funzionamento del Project Management aziendale, deve assicurare, giorno per giorno, il conseguimento di tutti gli obiettivi intermedi in grado di portare alla fine al conseguimento della vision. Un bravo leader deve anche riuscire a ricucire eventuali controversie e conflitti evitando defezioni e mantenendo la squadra unita e compatta.

2.4. Rafforza la squadra in modo che sia il più efficiente possibile

Per sviluppare una squadra affinché sia idonea ai compiti per cui è preposta, i leader devono prima capire quali sono le dinamiche interne con cui si muove il gruppo e i ruoli da assegnare a ciascun componente. Solo così una squadra potrà svolgere in modo ottimale il suo lavoro, portando l’azienda a raggiungere la visione individuata dal leader.

E’ evidente che il leader dovrà adottare più metodi per garantire che tutti i membri del team abbiano la motivazione e le competenze necessarie per fare il loro lavoro: uno spazio importante è riservato alla formazione o coaching aziendale, finalizzato a migliorare le prestazioni individuali e di squadra, ma è sempre comunque importante che il leader riceva ed invii dei feedback continui da e verso i suoi collaboratori.

3. Stili di leadership a confronto

Secondo il modello di leadership situazionale l’uso di diversi stili di leadership non è casuale, ma dipende dalla caratteristiche del gruppo stesso o dalla situazione. Ogni stile deve essere considerato come necessario al suo gruppo, che viene considerato in questo senso come una personalità collettiva. In molti casi però la strategia migliore consiste nell’utilizzare lo stile di leadership opposto alla personalità collettiva espressa dal gruppo: ad esempio se un gruppo risulta molto coeso, usare una leadership affettiva-relazionale potrebbe non essere la soluzione migliore in quanto potrebbe finire col rendere la squadra meno efficace. Vediamo dunque di seguito alcuni stili di leadership differenti che un leader può adottare per motivare, gestire e rafforzare il gruppo.

3.1. Leadership organizzativa

Questo stile si basa sul controllo, sull’organizzazione e sulla responsabilità. Il leader in questo caso agisce in modo autoritario, suddividendo i compiti in modo ferreo. Egli esercita un controllo molto stretto sulla squadra, con cui però interagisce poco dal punto di vista emotivo. La sua responsabilità sulle azioni del gruppo è preponderante, in quando egli concentra su di sé la gran parte delle decisioni.

3.2. Leadership motivante

E’ uno stile fondato sull’infondere coraggio e fiducia nel gruppo in modo che esso diventi più produttivo. Il leader che utilizza questo stile è altrettanto determinato del precedente ma non autoritario, anzi nella maggior parte delle situazioni egli si schiera dalla parte del gruppo fino ad arrivare al punto di difenderlo e combattere per esso.

3.3. Leadership creativa

In questo caso il leader, spesso dotato di grande intelligenza e capacità empatica, riesce a motivare il gruppo infondendo in esso le sue idee e i suoi valori.  Trattandosi di una tipologia di leadership incentrata sulla condivisione, i membri del gruppo sono gestiti in modo molto libero e aperto, senza ricorrere a comportamenti autoritari.

3.4. Leadership coinvolgente

Il leader coinvolgente corrisponde in parte alla figura del capo carismatico, narcisista ed istrionico, in grado di sedurre e coinvolgere fortemente il gruppo solo con la forza del suo carisma; si differenzia dal leader creativo in quanto spesso il coinvolgimento del gruppo è basato solo sulla venerazione del capo per via del suo potere carismatico e non sulla condivisione di idee e valori profondi.

3.5. Leadership affettiva-relazionale

Questo stile di leadership si basa sulla realizzazione di legami stringenti con e fra il gruppo: solitamente, l’obiettivo principale di questo modello di leadership non è l’ottimizzazione della produzione ma il rafforzamento stesso del gruppo.

Tipologie di comunicazione della leadership

Il modo di comunicare che un leader utilizza nei confronti dei suoi collaboratori è estremamente importante per comprendere, secondo la teoria della leadership situazionale, lo stile di leadership adottato.

Distingueremo pertanto il leader direttivo, i cui i messaggi rivolti al gruppo sono di tipo direzionale e non possono mai essere messi in discussione, dal leader  coach, in cui la comunicazione è invece di tipo bidirezionale dunque aperta ai feedback provenienti dal gruppo; oltre a questi due tipi di leadership che sono preponderanti nelle organizzazioni aziendali c’è anche il leader partecipativo, che interviene nelle decisioni solo in caso di problemi e se interpellato dal gruppo.

Anche nel caso delle tipologie di comunicazione adottate dal leader nei confronti del gruppo c’è da dire che esse possono non essere fisse, ma vengono modulate dal leader stesso secondo le circostanze. Sarà pertanto il leader a comprendere quale tipo di messaggio indirizzare ai suoi collaboratori per far sì che la sua leadership sia davvero efficace: anche questa capacità come l’assertività, la gestione e l’interpretazione del linguaggio del corpo la resilienza, rientra, di fatto, nelle abilità che deve possedere un leader aziendale per poter motivare, gestire e guidare il gruppo.

Anna Porello

Anna Porello

Imprenditrice digital e cuore pulsante di Intraprendere. Fonda la sua prima startup di entertainment geolocal nel 2006 venduta a una nota azienda italiana. Dopo anni come consulente nei processi di digitalizzazione di grandi imprese, decide di dedicarsi a Intraprendere.net, che co-fonda nel 2016.

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