Se sei qui è perché vuoi scoprire tutto quello che riguarda il rebranding. Ma sopratutto probabilmente vorrai sapere in che modo potrebbe aiutarti a far crescere il tuo marchio. Bene, cominciamo a districare ogni dubbio!
Il marchio di un’azienda è importante per riuscire a rappresentare al meglio la propria identità imprenditoriale. Spesso si associa il brand semplicemente ai colori, al logo oppure all’estetica del suo design.
Tuttavia, in realtà la cosa più importante per un marchio è l’identità.
Il linguaggio utilizzato, la trasmissione dei messaggi, la costruzione di un pubblico specifico in target è molto importante per riuscire a modellare la propria identità e definire anche le relazioni tra i dipendenti, e di questi nei confronti del brand.
Secondo uno studio oggi il 66% dei consumatori viene attratto da un brand che presenta una cultura aziendale forte, che condivide i suoi stessi interessi e valori, e che mantiene le “promesse” fatte sul prodotto o il servizio che vende.
Per la costruzione di un brand forte le aziende dunque devono:
- Avere uno scopo preciso;
- Riuscire a fornire una proposta di valore al target di riferimento;
- Condividere le loro idee e valori in modo corretto.
Ma cosa succede quando la missione o la visione aziendale hanno bisogno di espandersi perché fanno riferimento a un pubblico di destinazione in evoluzione? In questi casi potrebbe essere necessario un rebranding.
Vediamo insieme in questa guida rebrading cosa significa? E come fare un rebranding per il brand della tua attività!
Cosa significa fare rebranding
Cosa è il rebranding e qual è il suo significato? Con rebranding s’intende un processo che permette all’azienda di rivedere la propria vision e mission, per rafforzare il suo posizionamento sul mercato in base anche all’evoluzione del target e alle relative ricerche di mercato.
Spesso quando si pensa al rebranding ci si immagina di dover rivedere solo il logo, le immagini o lo stile utilizzato. Ma questo in realtà è solo la parte finale del lavoro.
Quando si lavora a un’attività di questo tipo è necessario partire da zero creando sia una nuova “missione” o visione aziendale sia adottando un nuovo metodo per fare impresa.
Oggi ci sono tante aziende che scelgono di adottare questa strategia.
Prendiamo come esempio: Android. Il marchio appartenente a Google, ha avviato un’azione di rebranding cercando di avvicinare il brand alle esigenze del suo pubblico globale.
Per farlo ha sviluppato una strategia che ha contribuito a far comprendere al pubblico la visione aziendale nei confronti dei suoi consumatori.
Successivamente l’azienda ha cambiato il logo, i colori usati, la mascotte e i suoi messaggi per riuscire a dare una nuova identità al brand, cercando di posizionarlo al pari o al di sopra dei suoi concorrenti come iOS.
Perché fare rebranding?
Abbiamo visto cosa s’intende con la parola rebranding, ma adesso vogliamo introdurre l’argomento in modo più approfondito per capire: perché fare rebranding e come un restyling possa effettivamente giovare al proprio marchio.
Attivare una strategia di rebranding vuol dire andare a cambiare o modificare la propria missione e visione aziendale. Una società infatti, deve inizialmente fare riferimento a un target specifico in base ai prodotti o servizi venduti.
Nel corso del tempo però è normale che si possa andare a definire un target più ampio e che si necessiti di conseguenza di una nuova visione più inclusiva.
Non solo, oltre a doversi evolvere per riuscire ad ampliare il proprio target e pubblico di riferimento, a volte, questa è una strategia necessaria per migliorare il proprio posizionamento sul mercato e riuscire di conseguenza a scalzare la concorrenza.
Quando non c’è bisogno di fare rebranding
Una strategia di rebranding può essere sicuramente molto utile. Bisogna però fare attenzione e non abusare di questo strumento. Non sempre infatti c’è bisogno di cambiare il proprio brand e ampliarne la vision o mission.
La visione del marchio di solito può essere oggetto di rebranding nel momento in cui il brand si sia già affermato.
Quindi abbia avuto solo in uno step successivo un ampliamento o cambiamento del suo pubblico di riferimento. Se la propria attività è ancora agli inizi e non si ha una visione chiara aziendale, allora si deve aspettare e lavorare in primis sul riuscire a creare un rapporto di fiducia tra il brand e il pubblico di destinazione.
Quando non cambiare il marchio
Il fascino del rebranding può essere allettante per un’azienda che desidera generare profitti maggiori, o fare appello a un pubblico più ampio o un’immagine fresca e nuova, ci sono alcune ragioni per cui potrebbe non essere necessariamente la mossa giusta.
Si deve fare una distinzione poi tra il rebranding vero e proprio e il semplice cambio d’immagine. Quando si sceglie di modificare il logo o lo stile del proprio sito web, in realtà non si sta facendo un rebranding aziendale, ma semplicemente si sta aggiornando la propria immagine.
Quindi, se lo si desidera, o se le ricerche di mercato dimostrano che c’è bisogno di un cambiamento di colori, di immagini o di styling per il sito web, si può procedere in questa direzione, senza però considerarlo un rebranding.
Infine, si sconsiglia un’azione di rebranding nel momento in cui non ci si può permettere la relativa spesa.
Se un’azienda vuole cambiare la visione, comunicazione e missione del brand deve considerare che questo progetto prevede un costo non indifferente.
Infatti, bisogna investire in ricerche di mercato ad hoc, avere un team esperto per delineare la nuova strategia, affidarsi a un’agenzia pubblicitaria.
Infine, è necessario comprendere anche il processo richiede molto di più tempo e risorse dell’assunzione di un grafico per un nuovo logo o per il restyling del sito web.
Come fare un rebranding di successo
Come riuscire a fare un rebranding di successo? Se vuoi davvero rimodernare o aggiornare il tuo brand per le esigenze di mercato devi prendere in considerazione alcuni specifici aspetti:
1. Identifica lo scopo del rebranding
Come accennato, quando si prende in considerazione questa strategia è molto importante capire perché la si vuole adottare. Quindi identificare lo scopo della costruzione di una nuova identità per il brand è essenziale per creare un progetto chiaro e non brancolare nel buio.
2. Raggiungi il tuo pubblico di destinazione
Prima di iniziare ad adottare una strategia di rebranding devi cercare di comunicare con il tuo pubblico di destinazione per riuscire a comprendere l’interesse che ha nel tuo brand.
Dunque, prima di attuare il cambiamento è necessario parlare con i propri clienti attuali per riuscire a comprendere quali sono le loro esigenze.
Queste sono informazioni molto preziose che permettono di determinare i punti di debolezza e di forza del brand, influenzando così al meglio la propria strategia di rebranding.
3. Definire un budget, un team e un limite temporale
Come ogni nuovo progetto aziendale, anche per il rebranding è necessario soffermarsi su tre aspetti principali: il budget necessario, il team di professionisti ai quali fare riferimento, il limite di tempo in cui si desidera concludere il progetto.
Per un rebranding di successo sicuramente bisogna considerare un budget medio-alto, l’intervento di professionisti di talento che possano lavorare insieme in un team coeso con i giusti obiettivi, e infine, si deve capire che quest’operazione avverrà in pochi mesi, o si svolgerà sul lungo periodo ad esempio entro un anno o più.
4. Condivisione di un messaggio di rebranding con il proprio pubblico di destinazione
Infine, prima di svelare il proprio rebranding al completo, o meglio a cose fatte, è necessario iniziare a condividere la propria nuova mission e visione man mano ai propri clienti fedeli.
In questo modo, si eviterà la confusione nei clienti già acquisiti, che altrimenti trovandosi dinanzi a un cambiamento radicale dell’azienda potrebbero sentirsi spaesati.
In conclusione il rebranding dell’azienda può essere un modo ottimale per riuscire a espandere o modificare positivamente la propria mission o visione.
Tuttavia il rebranding è un processo lungo e soprattutto costoso, che dev’essere effettuato solo se realmente necessario e in funzione di un allargamento del proprio target di consumatori.
Prima di prendere questa decisione il consiglio dunque è di identificare il motivo di un rebranding, comprendere a chi affidarsi per seguire il processo in modo professionale e verificare tempi e costi per riuscire ad attuare una strategia che dia valore aggiunto ai vecchi clienti e che permetta di attrarne di nuovi.
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