• Homepage
  • Articoli
  • Guida alla Creazione della tua Startup: Come Fare e Quali Finanziamenti Scegliere

Guida alla Creazione della tua Startup: Come Fare e Quali Finanziamenti Scegliere

Come avviare una Startup

Le startup sono finalmente arrivate anche in Italia, dopo aver dominato in lungo e in largo l’economia dei paesi più sviluppati. Una nuova idea e un nuovo modo di fare impresa, che ha creato alcune realtà di assoluto rilievo e tanti fallimenti, insiti nell’idea stessa di economia da startup.

Il nostro obiettivo oggi è darti un quadro di quella che è la situazione italiana, di come avviare una start up e di come accedere ai finanziamenti o ottenere i fondi necessari per sviluppare la tua idea.

Infatti una start up non è solo organizzazione e spirito, non è soltanto una categoria di idee e un modo di affrontare mercato ed economia. Startup è anche un modello di sviluppo e di finanziamento preciso che permette, a chi è senza capitali propri a disposizione, di far maturare la propria idea e renderla profittevole.

Iniziamo dalla definizione per capire cosa realmente sia una start up.

Che cos’è una startup?

La Startup è un impresa temporanea, che viene costituita principalmente allo scopo di raccogliere capitali per la prima fase dello sviluppo aziendale, ovvero quello della costituzione e dell’avvio.

Questa modalità di organizzazione aziendale è nata per servire principalmente il settore di mercato dei servizi terziari avanzati, principalmente software e analisi dati, anche se negli ultimi anni è stata trasposta con successo ad altre tipologie di attività.

Elemento fondamentale della startup, che la distingue dal concetto di azienda tradizionale, è la scalabilità: l’impresa che stiamo mettendo in piedi deve essere in grado di scalare in modo quasi infinito vendite e costi.

Un’attività che incontra invece un limite rigido e impossibile da superare sul numero di clienti da servire (pensiamo ad un pub o ad un ristorante) non può essere mai avviato con un sistema start up. Per questo motivo la start up è tipicamente correlata al settore dei servizi infinitamente replicabili, come possono essere i software e i servizi digitali.

Start up: una “fase” dello sviluppo aziendale

Il modo migliore di approcciare il concetto di startup, che non è poi esattamente chiaro neanche nelle definizioni di chi lo ha praticamente inventato, è di considerare la stessa come una fase, tipicamente la prima, dello sviluppo aziendale.

La startup è infatti fondamentale per la prima fase dello sviluppo dell’impresa: serve principalmente a coprire le spese di prima costituzione, ovvero quelle legali e di registrazione dei marchi, gli investimenti strutturali (immobili e macchinari), i primi stipendi, le spese che sono necessarie prima di lanciare il proprio prodotto sul mercato.

Le operazioni di finanziamento possono avvenire in diversi modi, anche se la modalità più diffusa è quella dei venture capital, ovvero capitali messi a disposizione da fondi che hanno come obiettivo principale quello di finanziare attività nuove e quindi ad altissimo rischio.

Il mercato italiano

Il concetto di startup, come abbiamo detto in apertura, è arrivato in ritardo nel nostro paese, accompagnato purtroppo più dall’hype mediatico che da un approccio serio alla questione, pur avendo offerto una soluzione, almeno parziale, ai tanti giovani imprenditori del nostro Paese.

Questo si è tradotto in molti proclami, seguiti poi da un supporto non sufficiente, con una corsa agli scarsi finanziamenti da parte di progetti che di solido avevano ben poco.

Ad oggi, secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Economia:

  • La media di dipendenti per start up italiana è inferiore a 2.
  • La metà delle aziende ha problemi a coprire i costi.
  • Solo la metà guadagnano più di 400 euro al giorno.
  • Un terzo delle start up non ha un sito internet.
  • Due terzi delle start up non hanno un sito internet responsive.

Questi dati poco incoraggianti possono portarti a pensare che l’Italia sia un paese troppo poco innovativo per fondare una start up. In realtà una politica mirata allo sviluppo di impresa ha messo in atto finanziamenti e servizi per facilitare l’avviamento di startup innovative.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Come avviare una start up in Italia

I requisiti per una start up innovativa

Ci sono diversi requisiti per far rientrare la propria attività all’interno della categoria “startup innovativa” in Italia e accedere a determinati vantaggi e finanziamenti:

  • L’attività deve avere meno di 60 mesi, ovvero 5 anni.
  • L’attività deve essere esercitata in Italia.
  • L’ultimo bilancio deve essere inferiore ai 5 milioni di euro.
  • Non distribuisce e non ha distribuito utili al momento della richiesta.
  • Deve avere come oggetto sociale l’innovazione tecnologica, oppure prodotti e servizi che siano ad alto valore tecnologico.
  • La società non deve essere nata da fusione di due o più aziende, da scissione, oppure da cessione; la società start up deve essere di nuova costituzione.
  • La spesa in ricerca e sviluppo deve essere superiore al 15%; oppure tra gli assunti i laureati magistrali devono essere almeno i 2/3; oppure ancora si devono detenere brevetti per industria, biotech, semiconduttori o anche varietà vegetali.

Il servizio per attivare la Startup

Dal 20 luglio 2016, si può costituire un SRL startup innovativa non con atto pubblico, ma utilizzano un metodo standard che può essere utilizzato direttamente online.

Il servizio si chiama Atti StartUp ed è offerto da InfoCamere.

Ad ogni modo le startup innovative sono registrate in un Registro delle Imprese separato e speciale, dove vengono riportate tutte le aziende che hanno poi diritto ai vantaggi e ai benefici dei quali parleremo tra pochissimo.

I vantaggi fiscali e le riduzioni sugli oneri per l’avvio di start up innovative

La startup innovativa ha diritto, nell’ordinamento italiano, a determinati vantaggi:

  • Può estendere il “rinvio a nuovo” delle perdite di 12 mesi.
  • Può usare la forma societaria SRL anche dove la legge prevede la SPA.
  • Può effettuare operazioni sulle proprie partecipazioni.
  • Può emettere strumenti finanziari con diritti patrimoniali o amministrativi.
  • Non c’è imposta di bollo.
  • Non ci sono diritti di segreteria.
  • Non c’è diritto annuale da pagare.

Questi appena trattati sono argomenti che devi tenere in considerazione nell’avvio della tua start up e che possono fare la differenza nel momento in cui viene esaminata l’idea di impresa.

Nei prossimi paragrafi tratteremo gli elementi principali su cui viene valutata una start up, requisiti fondamentali per riuscire ad attrarre investitori e finanziamenti.

Come viene valutata una start-up

È sempre necessario affrontare la questione startup da un punto di vista economico, sia per presentare il progetto ad eventuali investitori sia e soprattutto per valutare l’idea prima di buttarti a capofitto in un progetto già fallimentare in partenza.

È necessario preparare analisi e documenti che siano in grado di offrire un’idea precisa delle possibilità future di guadagno dell’impresa, dei costi da sostenere per cominciare a produrre e a servire il mercato, di quelli che saranno i passi da fare per diventare una realtà affermata sul mercato.

L’analisi dell’aspetto finanziario

È assolutamente necessario, prima di muovere qualunque tipo di passo, che valuti l’aspetto finanziario della questione. In primis sarà importante fissare la quantità di denaro necessario per far partire l’attività. In secondo luogo dovrai individuare la presenza o meno della necessità di rivolgerti a terzi per il finanziamento dell’impresa.

Il preventivo delle vendite

È il secondo aspetto che, in un settore di investimenti ad alto rischio, devi affrontare. Quali sono le previsioni di vendita una volta che l’attività sarà avviata? Quali saranno i margini? Quanto è grande il mercato che si può occupare? E la concorrenza? Quali sono le minacce all’affermazione dell’azienda sul mercato?

La redditività del capitale

Entriamo più nel tecnico con la terza analisi necessaria per valutare una startup di futura costituzione.

Il primo concetto da affrontare è il ROI, ovvero il Return on investiment, i ritorni sull’investimento. Potrai ottenere questo valore andando a dividere il reddito operativo (ovvero l’utile lordo) per il capitale investito. Più è alto il risultato, migliore sarà il ritorno che riuscirai ad ottenere.

Il secondo concetto è invece il return on equity, ovvero per il capitale proprio messo a disposizione. In questo caso si deve calcolare l’utile netto per il capitale. Anche in questo caso, più è alto il risultato, più è conveniente l’investimento nella startup.

Ma dove si possono trovare aiuti e fondi per finanziare il proprio progetto?

Investimenti, finanziamenti e aiuti per la realizzazione di una start up

Gli incubatori: l’ambiente migliore per coltivare nuove idee

Affianco alle startup sono nati servizi di ogni genere e tipo per permettere a questo tipo di attività di svilupparsi e arrivare finalmente in modo indipendente sul mercato.

Le attività complementari più interessanti e importanti sono di gran lunga gli incubatori. Si tratta di luoghi fisici, dove vengono fatte operare le startup, che oltre ad offrire un luogo dove lavorare, offrono anche gli strumenti e le conoscenze per far partire in modo definitivo il progetto.

Avere un buon incubatore può fare la differenza tra una startup di successo e una che invece è destinata a fallire

Per citarne alcuni riportiamo l’Incubatore di Unicredit e Superpartes, ma considera che ci sono moltissime realtà locali che potrebbero aiutarti.

I Fondi Venture Capital: i migliori alleati in fase di startup

I “venture capital” sono capitali di rischio, messi a disposizione da diversi investitori sia in Italia che all’estero, che vengono destinati allo sviluppo e all’avvio di una startup.

Investendo in via praticamente esclusiva in questo tipo di attività hanno le seguenti caratteristiche:

  • La preferenza per la fase di sviluppo, ovvero per la fase di start up di un’azienda.
  • La preferenza per determinati oggetti sociali, principalmente quelli ad altissimo coefficiente tecnologico.
  • L’alto livello di rischio: tra le moltissime imprese sulle quali investono, i venture capital riescono ad ottenere successi quantitativamente scarsi, ma qualitativamente ottimi. Questo vuol dire che basta anche un solo investimento andato bene per far recuperare al fondo venture capital gli investimenti effettuati.

Il rendimento futuro atteso da questo tipo di investimenti è molto alto e dunque orienta le operazioni verso imprese che hanno altissima probabilità di fallire, pur sempre però avendo come contropartita la possibilità di avere una resa molto alta da un singolo investimento.

In questo articolo trovi i principali fondi di Venture Capital Italiani.

I Business Angel: chi sono e perché sono importanti per le start up

L’angel investor è un investitore informale, che investe capitale proprio al di fuori dei canali tradizionali, ottenendo in cambio o partecipazioni nell’azienda oppure obbligazioni, ovvero titoli di credito.

L’approccio all’investimento è di tipo informale, nel senso che non si muove lungo i canali tradizionali degli investimenti e comunque non seguendo le stesse logiche.

Gli angel investor hanno, statisticamente, un’orizzonte temporale per il rientro dell’investimento di 5-7 anni, al termine dei quali, se la start up sarà effettivamente riuscita a imporsi, potrà portare a casa guadagni molto elevati vendendo le quote societarie che deteneva.

Il modello di angel investor è in realtà più antico del concetto stesso di startup

Moltissime delle aziende della Silicon Valley, a partire dagli anni 80, si sono finanziate proprio in questa maniera.

In Italia la figura dell’Angel Investor è ancora molto rara, e le startup che sono riuscite a fare il salto lo hanno fatto in genere grazie ad una buona combinazione tra un fondo venture capital e un bravo incubatore.

I finanziamenti per le start up in Italia

Ci sono molti gruppi bancari che si sono mossi per offrire finanziamenti alle start up. Una modalità di sviluppo che però si scontra con la realtà e l’essenza più pura della start up in quanto tale, che è in genere più alla ricerca di soci e finanziatori che di prestiti.

Per quanto riguarda invece i bandi regionali, nazionali e europei, tutti i finanziamenti pubblici possono essere consultati su questo sito, Finanziamentistartup.eu, gestito da StartUp Italia, l’associazione di categoria che si occupa non solo di preparare i futuri imprenditori e di rappresentarli, ma anche di fare lobby per il riconoscimento di questa importantissima modalità imprenditoriale.

I bandi sono emessi di continuo e, se fossi tra coloro i quali stanno davvero pensando di aprire un’attività del genere, dovrai seguire gli aggiornamenti del sito a scadenze periodiche, alla ricerca del progetto che può davvero darti una spinta a partire.

Qui invece troverai 48 preziosissimi consigli per fondare la tua startup. Cosa aspetti? Scopri subito quali sono.

Anna Porello

Anna Porello

Imprenditrice digital e cuore pulsante di Intraprendere. Fonda la sua prima startup di entertainment geolocal nel 2006 venduta a una nota azienda italiana. Dopo anni come consulente nei processi di digitalizzazione di grandi imprese, decide di dedicarsi a Intraprendere.net, che co-fonda nel 2016.

COMMENTI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla Newsletter ...