Venture Capital: Ecco Come si Finanziano le Start-Up di Successo

Venture Capital Fondi

Tutti ne parlano, tutti ne discutono, tutti sembrano avere perfettamente idea di come funzionino e come accedervi: parliamo dei venture capital, o meglio, dei fondi che raggruppano venture capital.

Sono diventati una parte molto importante dell’economia ad altissimo tasso di sviluppo e, non senza aver scimmiottato un po’ le novità che arrivavano dagli USA, sono arrivati finalmente anche in Italia.

Cosa c’è da sapere sui fondi venture capital? Quali sono quelli che operano in Italia? Quali sono le particolarità di queste forme di “finanziamento” per start-up?

Vediamolo insieme, in una rassegna che, come sempre, risponderà a tutti i dubbi e tutte le domande che potrebbero presentarsi. Nel caso volessi invece già conoscere metodi alternativi per finanziare la tua start-up, puoi farlo anche chiedendo ai tuoi amici.

Cosa sono i fondi di venture capital?

I fondi di venture capital sono dei particolari fondi che si costituiscono per finanziare attività commerciali e/o produttive di nuova concezione. Non sono però fondi di investimento classico, nel senso che non entrano in società già formate e che potrebbero avere già un loro mercato o comunque operare per alcuni clienti.

I venture capital si occupano infatti di individuare aziende che non possono essere finanziate dagli istituti di credito tradizionali (su tutti le banche), in quanto:

  • Sono ancora in fase di sviluppo: quella che prendendo a mutuo un termine anglosassone, definiamo fase di start up, l’azienda potrebbe essere addirittura non costituita; come avremo modo di approfondire più avanti, la scommessa del fondo venture capital è intorno ad un’idea e mai o quasi su un’azienda che già esiste.
  • Sono in settori tecnologicamente avanzati: tipicamente si trovano in settori dove è possibile innovare radicalmente e l’idea che viene finanziata è in genere ad altissimo tasso di innovazione.
  • Sono ad alto rischio: tra le molte aziende che i fondi venture capital finanziano, soltanto pochissime riescono a vedere la luce in fondo al tunnel, ovvero a stabilizzarsi, conquistare mercati, prosperare. Il grosso delle start-up finisce per fallire o comunque per non diventare mai tanto profittevole da ripagare gli investimenti iniziali.

Le aziende che vengono finanziate tramite i venture capital sono dunque aziende molto particolari, sempre e comunque in fase embrionale e che potrebbero essere o estremamente profittevoli (in casi ridotti), oppure un buco nell’acqua (nella maggioranza dei casi).

Investimenti tipicamente made in USA, ma oggi qualcosa si muove anche in Italia

La terra d’elezione per gli investimenti in venture capital è sicuramente l’America. Il grosso delle start-up, che poi son riuscite a prosperare, sono tutte o quasi nella celebre Silicon Valley, area della California che fa da casa a Google, Facebook, Apple e a moltissime altre delle grandi aziende (quasi tutte del settore informatico).

Qualcosa però ha cominciato a muoversi anche in Italia, e ad oggi si contano più di 10 fondi venture capital che si occupano proprio di individuare soggetti nei quali investire che presentino le caratteristiche di cui sopra.

1. Innogest SGR

Fondo di venture capital con base in Italia che opera a Milano, Torino, Berlino e San Francisco. Molto interessata alle start-up dei segmenti informatico-digitale e medico.

Al momento a sedere a capo del board troviamo Claudio Giuliano, per un fondo che può investire ad oggi circa 170 milioni di euro.

Tra le start-up più interessanti che sono attualmente in portafoglio Innogest troviamo “Prestiamoci”, che si occupa di prestiti tra privati, “Sardex”, una moneta virtuale stile Bitcoin che viene utilizzata per i pagamenti tra aziende, “Drexcode”, un interessante e-commerce che si occupa del prestito di abiti.

I settori di riferimento rimangono quelli dell’ICT, delle imprese digitali e del settore medico, soprattutto quando questo è in grado di incrociarsi con la gestione digitale.

2. 360 Capital partners

Capital Partners è uno dei fondi di capital venture attivi da più tempo, e oggi dispone di un patrimonio di circa 300 milioni di euro che è stato investito nell’arco degli ultimi 15 anni.

Tra le start-up che detiene attualmente in portafoglio troviamo “Musement”, una piattaforma che permette di prenotare musei, tour, vacanze e anche escursioni in luoghi particolari; “DoveConviene”, che invece si occupa di spedire ai clienti registrati sulla piattaforma sconti, promozioni e novità dei negozi fisici che si trovano nell’area di riferimento per l’utente.

360 Capital Partners investe inoltre in Yoox, una delle start-up che hanno riscosso il maggior successo commerciale e che oggi sono a tutti gli effetti delle realtà che generano profitti importanti per chi le controlla e per chi detiene delle quote.

I settori di interesse di questo fondo sono informatica, telecomunicazioni, tecnologie industriale e dispositivi medici.

3. United Ventures

United Ventures è un fondo di capitali di rischio con una disponibilità di 70 milioni di euro, che viene gestito al momento da Massimiliano Magrini e Paolo Gesess.

Il fondo è tra i più attivi e intraprendenti in Italia e ha già finanziato realtà importanti come “MoneyFarm”, piattaforma per gli investimenti che opera già online con buoni ritorni, “Faceit”, piattaforma che offre gaming online e ha incassato importanti somme con “20lines”, la piattaforma di scrittura in modalità collaborativa.

Si occupa, e questa è una sorta di unicum nel mondo degli investimenti venture, di start-up in fase embrionale nel settore internet per utenti finali, nei media e anche nella creazione di software.

4. P101

P101 è il fondo venture capital gestito da Andrae di Camillo. Ha una disponibilità di 70 milioni di euro e ha già investito in “Musement”, “Musixmatch” e anche “Borsa del Credito”

Il fondo si occupa quasi esclusivamente di imprese nel settore digitale, che si trovano ancora in fase embrionale.

5. Principia SGR

Una delle realtà più importanti tra quelle che operano e continuano ad operare in Italia. Gestita direttamente da Antonio Falcone, la società è divisa in tre fondi, che si occupano di diversi tipi di investimenti e di diversi tipi di segmenti.

Tra gli investimenti che sono in portafoglio di Principia SGR troviamo:

  • Wise: start-up del settore biomedico, che si occupa al momento di produzione di elettrodi utilizzati per la neurostimolazione nelle terapie contro il dolore cronico.
  • Banzai: gruppo media che è attivo nel settore e-commerce, media, giornali online, che si è poi quotata in borsa e produce ormai ottimi ricavi da qualche anno.
  • Eos: che ha fruttato una exit da 400 milioni di euro, successiva alla scoperta di un utilizzatissimo farmaco contro il tumore.

I fondi si interessano principalmente dei settori ICT e telecomunicazioni, media e anche biotecnologie.

6. Barcamper Ventures

E’ il fondo istituito da Primomiglio SGR ed è gestito da Gianluca Dettori con una dotazione attuale di 30 milioni di euro.

Barcamper Ventures ha l’obiettivo di supportare realtà tecnologiche ad alto potenziale, ad oggi ha investito in importanti start-up:

  • Mapendo: ha l’obiettivo di ottimizzare le campagne mobile, sia per iOS che per Android, in particolare per gli e-commerce.
  • NausDream: l’obiettivo è quello di rendere il mondo della nautica più accessibile a tutti con un marketplace che mette in contatto chi ha un’imbarcazione con chi vuole vivere un’esperienza in barca.
  • Transactionale: un referral network dedicato ai retail online che ha l’obiettivo di garantire l’ottimizzazione della customer acquisition.

Altre importanti acquisizioni saranno comunicate a breve.

7. Vertis

Vertis opera ormai dal 2007 ed è gestito da Rocco Corigliano ed Amedeo Giurazza.

Il fondo è diviso in due: da un lato Vertis Venture Technology, che si occupa principalmente di investimenti in robotica e automazione, con una dotazione indipendente di 60 milioni di euro. Per quanto riguarda invece il secondo fondo abbiamo Vertis Venture, che si occupa di operazioni principalmente nel meridione d’Italia.

Tra le start-up finanziate di recente troviamo “AppsBuilder”, piattaforma molto popolare che permette di sviluppare App direttamente online, “Chef Dovunque”, che consegna pacchi con all’interno tutti gli ingredienti necessari per la preparazione di determinate ricette.

L’orizzonte operativo del fondo è quello delle imprese Made in Italy che innovano.

8. Panekès Partners

Fondo gestito da Fabrizio Landi e Alessio Beverina, uno dei più giovani ad essere arrivato in questo particolarissimo settore. Il fondo è neo-costituito e non ha ancora al suo attivo investimenti importanti, di quelli che hanno già prodotto delle exit interessanti. L’obiettivo del fondo è quello di occuparsi principalmente delle start-up che si occupano di dispositivi medici e per la cura della persona, investendo sia in Europa che in Israele.

9. Intesa San Paolo e Quadrivio

Anche i gruppi bancari, per così dire tradizionali, si stanno attivando nel settore del venture capital. Ne è un esempio Quadrivio con Intesa San Paolo, un fondo nato nel 2016 e che punta a raccogliere presso il pubblico almeno 120 milioni di euro.

Gli investimenti saranno dirottati verso start-up che si occupano di apparecchiature per la diagnostica medica e IoT, ovvero i dispositivi che si connettono in rete pur non essendo smartphone o computer.

10. OltreVenture

Chiudiamo la nostra rassegna con uno dei fondi più anziani, anche se il fundraising che avrebbe dovuto portare a 25 milioni di euro non si è ancora concluso. Il fondo è gestito da Luciano Balbo e Lorenzo Allevi e si è già occupato di finanziare il “Centro Medico Sant’Agostino”, catena interessantissima di centri medici e ambulatori, “Permicro”, società che offre operazioni di micro-credito, Sfera, che invece si occupa di coltivazione idroponica di ortaggi.

Il fondo ha un campo di investimento molto ampio, che spazia sia a livello di settori, sia a livello di stadio di sviluppo della start-up, investendo in aziende in fase embrionale e anche in quelle che invece hanno già cominciato a svilupparsi.

Ora che sai tutto sui Venture Capital ma sei ancora agli inizi, e vorresti fondare la tua start-up, leggi qui come fare.

Anna Porello

Anna Porello

Imprenditrice digital e cuore pulsante di Intraprendere. Fonda la sua prima startup di entertainment geolocal nel 2006 venduta a una nota azienda italiana. Dopo anni come consulente nei processi di digitalizzazione di grandi imprese, decide di dedicarsi a Intraprendere.net, che co-fonda nel 2016.

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