Gran parte del successo di un progetto imprenditoriale dipende dal valore generato dal team di lavoro impiegato. Ciò è ancor più vero quando si è ancora in una fase di start-up.
L’idea può essere eccezionale, il mercato può presentare opportunità notevoli, possiamo disporre dei brevetti e del “know-how” necessario e avere le risorse finanziarie necessarie a disposizione. Ma se commettiamo l’errore di sottovalutare l’impatto benefico che può avere il team di lavoro, si mette a serio rischio la sostenibilità dell’impresa.
Molto spesso l’imprenditore che genera l’idea preferisce coinvolgere i propri collaboratori proponendo delle quote della società. Non c’è niente di sbagliato nell’adottare una strategia del genere, tutt’altro!![](https://intraprendere.net/wp-content/uploads/2019/04/gruppo-di-lavoro-336x321.png)
Rendere partecipi delle persone di valore premiando il loro contributo con una partecipazione societaria è un’ottima idea se si tratta di manager con competenze davvero funzionali a raggiungere gli obiettivi esposti nel business plan e se il loro “commitment” è totale.
Avere dei soci operativi di valore è tra l’altro un fattore positivo quando si cerca potenziali investitori. Tuttavia i soci potrebbero non bastare e un business plan viabile potrebbe prevedere l’inclusione di risorse umane specializzate in grado di dare maggiore impulso al progetto.
In linea di massima è consigliabile focalizzare bene l’attenzione sul “recruitment” dei primi collaboratori ipotizzando budget realistici per non doversi trovare a scendere a compromessi affidandosi a persone inadatte al ruolo.
5 Dritte per formare un team di lavoro di valore
Il capitale umano è il carburante di una start-up e questi sono 5 consigli utili per non commettere errori di valutazione durante la loro ricerca:
1. Definisci bene il tuo ruolo di imprenditore prima di cercare il tuo team di lavoro
Può sembrare paradossale ma molto spesso la persona meno focalizzata in una start-up può essere proprio l’imprenditore che ha generato l’idea. L’entusiasmo, il fatto di essere il “driver” del progetto e la persona di riferimento può infatti portarti a disperdere molte energie senza trovare una collocazione precisa all’interno dell’azienda.
Per scegliere i collaboratori è quindi fondamentale che da imprenditore ti soffermi a definire il tuo ruolo per capire cosa serve all’azienda. Ad esempio, il fatto che l’imprenditore sia un eccellente tecnico informatico non significa che debba essere lui a sviluppare. Nemmeno il fatto che sia un fantastico marketeer implica necessariamente che debba essere eccessivamente operativo nel marketing.
L’imprenditore dovrebbe essere lo stratega principale della start-up, il regista dell’impresa, il motivatore del team e colui che rappresenta l’idea verso l’esterno.
Questo non significa che debba forzatamente esserne il CEO.
Il team di lavoro che affianca l’imprenditore deve principalmente esaltarne le qualità e compensarne le lacune. È fondamentale che siano persone in grado di affinare la strategia di sviluppo dell’azienda e di valorizzare le sue idee.
In questo senso, un ipotetico mansionario deve partire proprio da quello riguardante l’imprenditore. Definire con precisione di cosa ti occuperai e quali operazioni svolgerai, serve a capire che cosa servirà.
2. Adotta un processo di “recruiment” strutturato e meticoloso
In una start-up il rischio che l’assunzione di un candidato avvenga “ad intuito” o solo per affinità con l’imprenditore è molto alto.![](https://intraprendere.net/wp-content/uploads/2018/03/icona-employment-01.svg)
È anche abbastanza comune che l’imprenditore vada dritto verso persone che già conosce e di cui si fida, sottovalutando però le reali necessità della sua impresa.
Un processo di selezione di un team di lavoro per una start-up è invece per molti versi più complesso di quello di un’azienda matura ed è importante che sia invece strutturato e orientato all’obiettivo.
Specie per i primi collaboratori affidarsi a una società di consulenza specializzata che possa generare una “shortlist” di candidati è quindi un’ottima idea.
Per far questo è cruciale prevedere un budget da allocare al recruitment anche a costo di rinunciare ad altri investimenti. Il costo che si dovrebbe sopportare in caso in cui si sbagli a reclutare la prima linea di management di una start-up è infatti significativo.
È altresì molto utile avere una garanzia sul buon fine del reclutamento. Qualora infatti si scoprisse l’inadeguatezza del candidato prescelto o quest’ultimo dovesse cambiare idea, il costo di dover sopportare un ruolo strategico scoperto è molto elevato.
3. Valuta bene la reazione emozionale del candidato
Si narra che Steve Jobs accogliesse i candidati facendo loro trovare il suo Apple II coperto da un lenzuolo e, senza far domande, scoprisse il suo gioiello davanti a loro per leggere la reazione emotiva alla sua vista.
In una start-up il candidato deve dimostrare di credere fermamente nel progetto. La sua reazione emotiva all’idea è principalmente comprensibile dal suo linguaggio non verbale.
Puoi trovarti di fronte al candidato perfetto per il ruolo proposto, ma se non mostra il giusto entusiasmo e il totale allineamento emotivo con la visione dell’imprenditore e la missione del progetto, è meglio evitare.
Un candidato può essere motivato dal compenso, dalla crescita personale e da tanti altri fattori. In una start-up la straordinarietà del progetto deve essere metabolizzata dal candidato e la motivazione principale deve essere quella di esserne parte.
4. Identifica le “soft skill” che servono al progetto
Le “soft skill” o “competenze trasversali” sono qualità strettamente legate al carattere di una persona e al suo modo di interagire sul piano sociale con gli altri.![](https://intraprendere.net/wp-content/uploads/2018/03/icona-support-06.svg)
La start-up è un ambiente fortemente destrutturato dove la fiducia in se stessi, la capacità di sopportare lo stress, la versatilità, l’adattabilità al lavoro di squadra, la capacità comunicativa e la precisione risultano spesso “soft skill” apprezzabili.
Essere leader e avere spirito d’iniziativa non sono skill facilmente identificabili ma è necessario valutarle con attenzione se servono al progetto.
Posto che le hard skills come la conoscenza della lingua Inglese o la conoscenza di un certo linguaggio di programmazione sono scontate se sono parte della specifica del ruolo, le soft skill sono addirittura necessarie.
Il consiglio è quello di creare un focus group per capire quali sono le 10 soft skill più importanti ai fini della missione del progetto e poi definire gli strumenti per misurarle e identificarle nei candidati che ti troverai di fronte in un colloquio.
5. Dai priorità alla gestione finanziaria dell’azienda
Spesso in una start-up si tende a dare priorità a figure professionali che hanno competenze in ambito produttivo/informatico o in ambito commerciale/marketing.
Alcune ricerche evidenziano come le start-up siano in effetti costituite principalmente da professionisti della vendita e da persone addette al prodotto.
Ciò è comprensibile ma non consigliabile.
La figura del CFO, specie in una start-up, rappresenta una priorità assoluta da cui non si può prescindere.
Che si tratti di un socio operativo o di un manager con comprovata esperienza in amministrazione, finanza e controllo, in una start-up è sempre bene costruire la prima linea di management accertandosi di coprire questa funzione.
Una gestione non sana dei numeri, l’incapacità di pianificare adeguatamente il business e di gestire in modo appropriato gli investimenti sono infatti tra le prime cause di fallimento di una start-up.
L’ultimo consiglio è quindi quello di garantirsi la presenza di un CFO motivato e competente per accompagnare lo sviluppo dell’impresa senza incorrere in brutte sorprese.
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