Come Diventare un Imprenditore Agricolo: i Requisiti, l’Iter Necessario e le Agevolazioni Previste

imprenditore agricolo

Al giorno d’oggi ha ancora senso intraprendere l’attività di imprenditore agricolo?

Rispondo senza dubbi con un “sì”! Nell’immaginario comune abbiamo ancora impresso il ritratto di un’agricoltura legata ad un mondo arcaico e demodé. Ci sentiamo un po’ come il ragazzo della via Gluck cantato da Celentano, e là dove c’era un prato verde, ora c’è una città. Il mondo è cambiato, e l’industrializzazione e il terziario hanno completamente cambiato i rapporti di forza nell’economia.

Questo però non significa che l’agricoltura sia un settore superfluo. Semplicemente è calata l’occupazione in questo contesto a causa della meccanizzazione e dell’innovazione. Questi elementi non vanno valutati esclusivamente in chiave negativa, ma possono essere utilizzati a nostro favore se abbiamo l’intenzione di aprire un’azienda agricola.

Prima di focalizzarci sugli step necessari per dar vita ad un business agricolo, dobbiamo per un momento concentrarci sui requisiti per diventare imprenditore agricolo.

Le tipologie di imprenditore agricolo

Da un punto di vista legale, esiste una distinzione tra imprenditore agricolo comune ed imprenditore agricolo professionale (IAP). Innanzitutto diamo un’occhiata agli elementi che caratterizzano un imprenditore agricolo non professionale, e schematizziamoli come segue per facilità di comprensione.

Come diventare un coltivatore diretto: i requisiti

I requisiti per diventare un imprenditore agricolo comune sono i seguenti:

  • Occuparsi della coltivazione di un terreno agricolo
  • Avere a disposizione un allevamento di animali
  • Dedicarsi alla selvicoltura
  • Occuparsi di attività volte alla conservazione, trasformazione e commercializzazione delle materie prime ottenute in natura.

In base all’articolo 2135 del nostro codice civile viene definito imprenditore agricolo non professionale chiunque eserciti una delle mansioni sopra elencate.

L’imprenditore agricolo professionale (IAP): le differenze

Rispetto ad un coltivatore diretto tradizionale l’imprenditore agricolo professionale si distingue per le seguenti caratteristiche:

  • È in possesso di un titolo di studi inerente al settore agricolo. Nello specifico facciamo riferimento ad una Laurea in Scienze Agrarie, in Scienze Forestali, in Veterinaria, in Scienza delle Produzioni Animali, oppure in Scienza delle Tecnologie Alimentari. È anche valido semplicemente il diploma di Istituto Tecnico Agrario.
  • Ricopre l’incarico di titolare, contitolare, coadiuvante familiare, amministratore agricolo o lavoratore agricolo all’interno di un’azienda agricola.
  • Ha conseguito un attestato di frequenza a corsi di formazione professionale agricola messi a disposizione dalle singole regioni secondo le modalità previste dal proprio ordinamento.

Ogni soggetto che voglia essere riconosciuto come imprenditore agricolo professionale deve soddisfare questi requisiti. Inoltre per il riconoscimento della figura, è obbligatorio dedicare la metà delle proprie ore lavorative ad attività agricole; e queste, al tempo stesso devono rappresentare il 50% delle entrate globali del soggetto richiedente.

Cosa serve per diventare un imprenditore agricolo?

Dopo aver compreso la differenza tra imprenditore agricolo professionale e imprenditore agricolo non professionale, osserviamo nello specifico come diventare imprenditore agricolo esaminando in primis le pratiche burocratiche da sbrigare.

Il termine stesso, “imprenditore”, ci fa illuminare quella lampadina posta nella camera della libera professione. Anche per esercitare la professione nel settore agricolo sarà obbligatoria l’apertura di una partita iva agricola.

Per effettuare tale operazione sarà sufficiente rivolgersi alla Coldiretti locale. Sarà possibile aprirla come persona singola, oppure creare una società, dove però almeno uno dei soci dovrà essere riconosciuto come imprenditore agricolo professionale.

Va detto senza troppi giri di parole. Avviare un’attività agricola significa costruire il business più economico nel nostro paese. Questo genere di imprenditoria è soggetto a tutta una serie di sgravi fiscali.

Un’azienda agricola con un fatturato annuo inferiore ai 7.000 euro potrà avvalersi del “regime di esonero”.

Ciò significa che l’imprenditore agricolo in questione potrà esimersi dall’emissione di fatture. Se vuoi saperne di più sull’apertura della partita iva ti consiglio di dare un’occhiata a questo nostro articolo.

Le agevolazioni sono rilevanti anche per quanto riguarda la contribuzione Inps e Imu per i terreni agricoli.

Contributi coltivatori diretti e imprenditori: le agevolazioni

L’agricoltura è stato il settore che ha maggiormente patito gli effetti della crisi economica. Proprio per tale motivo nel corso degli ultimi anni sono entrate in vigore tutta una serie di agevolazioni volte ad incentivare i soggetti intenzionati ad avviare l’attività di imprenditore agricolo.

Già a partire dalla legge di Bilancio del 2016 furono abolite le imposte Imu e Irap. L’anno successivo invece il comparto agricolo venne esentato dal contributo IRPEF. E cosa ci spetta per l’anno in corso?

Contributi Inps

La nuova legge di Bilancio del 2019 ha confermato un’importante novità dello scorso anno: il “bonus agricoltori”. Attraverso questa iniziativa, sia i coltivatori diretti che gli imprenditori agricoli professionali, saranno esonerati dalla contribuzione Inps per 36 mesi (ben 3 anni!). I requisiti per accedere alle agevolazioni del “bonus agricoltori” sono i seguenti:

  • Essere giovani coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali con un’età inferiore ai 40 anni
  • L’iscrizione alla previdenza obbligatoria Inps deve essere avvenuta nell’anno solare 2018.

Inoltre per i due anni successivi ai 36 mesi di esonero totale, vi sarà rispettivamente una riduzione sul totale della contribuzione Inps del 66% per il primo anno e del 50 % per il secondo anno.

Tutti coloro che non potranno beneficiare del “bonus agricoltori” verseranno il contributo secondo le modalità previste dalle legge 233 del 1990. Il provvedimento prevede quattro diverse fasce contributive calcolate in base all’ammontare del reddito di ogni attività agricola.

Per ogni fascia è istituito un numero di giornate lavorative che dovranno essere moltiplicate per il reddito convenzionale individuale di ogni lavoratore agricolo. La cifra viene stabilita annualmente attraverso un decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, e per l’anno in corso si attesta a 57,60 euro.

Dal risultato che si otterrà dall’incrocio di questi dati verranno detratte le imposte per l’Inps secondo i parametri previsti dalla circolare ministeriale.

Nello specifico le giornate lavorative previste da ogni fascia sono:

  • 156 giornate annuali per la prima fascia
  • 208 giornate annuali per la seconda fascia
  • 260 giornate annuali per la terza fascia
  • 312 giornate annuali per la quarta fascia

Infine va ricordato che nel comparto agricolo la contribuzione è unificata, ovvero dovremmo versare i contributi Inps ed Inail in un’unica soluzione. Il pagamento avviene tramite il modello F24, ed è suddiviso in 4 rate annuali.

Come avviare un’azienda agricola?

Una volta sbrigate tutte le lunghe e noiose pratiche burocratiche necessarie per l’apertura della partita iva agricola e per l’iscrizione al sistema di previdenza, non ci resta che pianificare concretamente la nostra attività.

Come qualunque impresa che si rispetti, dovremmo occuparci in primo luogo della redazione di un business plan attraverso il quale programmeremo gli investimenti e le nostre prospettive di crescite. Se non sei pratico sull’argomento, ti consiglio di dare una rapida occhiata a questo nostro articolo sui 24 consigli top per redigere un business plan.

Andando più nello specifico, dovremmo anche comprendere cosa sia meglio coltivare per rendere il nostro business proficuo. Per accendere la tua immaginazione dai uno sguardo a questa breve guida su cosa coltivare per guadagnare.

Il grande scrittore russo Tolstoj diceva: “Solo col lavoro agricolo può aversi una vita razionale, morale. L’agricoltura indica cos’è più e cos’è meno necessario. Essa guida razionalmente la vita. Bisogna toccare la terra. “

Lasciando da parte le implicazioni filosofiche, l’agricoltura, nonostante sia una delle vittime prescelte della crisi e della concorrenza, resta un settore fondamentale nell’economia di ogni paese. Proprio per questa ragione, diventare un imprenditore agricolo e riporre la propria inventiva e creatività in quest’attività, può generare ancora ottimi e rigogliosi frutti!

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Redazione di Intraprendere

Redazione di Intraprendere

La redazione di Intraprendere è formata da un team specializzato in ogni aspetto riguardante il mondo dell’imprenditoria: da come acquisire il giusto mindset per iniziare alle migliori tecniche per promuovere il tuo business.

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